PARMA. Natura Dèi Teatri, all women il Festival di Lenz, alla 25ma edizione
La creatività delle donne del panorama internazionale contemporaneo dà impulso alla venticinquesima edizione del Festival diretto a Parma da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto in un periodo particolarmente denso per l’ensemble, tra tour, progetti performativi e formativi in collaborazione con il Dams di Bologna, l’Università di Parma e lo Iuav di Venezia.
Il Festival, che si tiene a Parma negli spazi di Lenz Teatro, si concentra sull’elaborazione scenica, visuale, musicale, coreografica del concetto di Sforzo.
È un’edizione totalmente interpretata dalle opere performative e visuali di artiste di diverse generazioni e provenienze e dalle riflessioni di curatrici, studiose, attiviste, filosofe: «Un messaggio politico e culturale molto nitido» spiega Maria Federica Maestri «che vuole evidenziare la potenza espressiva e la densità estetica delle donne nel panorama artistico contemporaneo» in quest’anno di Parma Capitale italiana della Cultura.
Inaugura giovedì 7 ottobre alle ore 20 a Lenz Teatro con un drink di apertura, alle ore 21, con Iphigenia in Tauride | Ich bin stumm (Io sono muta) di Lenz Fondazione la sezione autunnale del Festival Natura Dèi Teatri, in programma fino al 26 novembre. Pochi giorni dopo, il 12 e 13 novembre, la creazione di Lenz sarà in scena a Bologna, nell’ambito della programmazione de La Soffitta | DAMSLab – Dipartimento delle Arti dell’Università. In questa creazione – opera-riflesso del tema concettuale di questa edizione – la biografia della performer – Monica Barone – è diventata materiale estetico per un’azione che rende pubblica la propria condizione fisica, il proprio stato, la propria potente volontà di trasformazione del gesto intimo in riscatto dall’imposizione religiosa, di liberazione dall’ordine politico e dalle convenzioni.
Prima nazionale per due nuovi allestimenti di Lenz Fondazione: La Creazione (19-22 ottobre) e Orestea (13-20 novembre).
Ne La Creazione, tra i progetti vincitori del bando Vivere all’italiana sul palcoscenico promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale volto a valorizzare le progettualità artistiche innovative italiane e prima opera del progetto triennale dedicato alle Sacre Scritture, Maria Federica Maestri e Francesco Pititto dirigono Valentina Barbarini e la soprano Debora Tresanini in una meditazione di fronte al mistero del Principio, immersi nell’opera di Franz Joseph Haydn – Die Schöpfung – e ispirati dalla scrittura sonora di Andrea Azzali: «Antiche eloquenze oscure, evocazioni romantiche di una natura perduta e folgorazioni scientifiche contemporanee compongono il grande affresco di pitture e stati sensitivi de La Creazione, scrittura performativa, sonora e per immagini ispirata ai testi della Genesi, dei Salmi e al poema Paradiso perduto di John Milton» riflettono i registi «Un back movement interpretato da due figurazioni sceniche, la Teologa e la Scienziata, chiamate a provare l’esistenza dell’Uno iniziale e a trovarne tracce residue nel presente creativo».
Orestea è la summa del progetto quadriennale dedicato alla tragedia eschilea che si compone di tre creazioni: #1 Nidi dall’Agamennone, #2 Latte da Le Coefore e #3 Pupilla da Le Eumenidi, per la drammaturgia di Francesco Pititto e la regia di Maria Federica Maestri, la cui potente traduzione sonora è disegnata da Lillevan, artista tra i più significativi della scena elettronica musicale internazionale: «Per una rilettura contemporanea delle origini del tragico, si confrontano in un’imprescindibile necessità di fusione e in un dialogo scenico serrato le attrici sensibili e le attrici storiche dell’ensemble» riflette la regista «L’òikos scenico abitato dalla Famiglia è uno spazio di soggezione sentimentale e di dissonanze etiche, in cui l’opposizione tra onore e amore, ubbidienza e disobbedienza, subordinazione e superiorità può trovare risoluzione solo in un atto degenerativo».
Modi affatto diversi tra loro ma analogamente rigorosi e visionari di intendere la danza si realizzano nelle creazioni di artiste fra le più interessanti del panorama contemporaneo internazionale: Gloria Dorliguzzo (Folk Tales, 19 ottobre), Cristina Kristal Rizzo (Toccare. The white dance, 3 novembre), Silvia Rampelli (Courtesy of, 6 novembre), Doris Uhlich (Every Body Electric, in video, 6 novembre) e Antonella Bertoni (C’è vita su Venere, 12 novembre), mentre in continuità con la preview dedicata all’anniversario dantesco, sabato 30 ottobre a Lenz Teatro è in programma Esercizi per voce e violoncello sulla Divina Commedia di Dante di Chiara Guidi, drammaturga, regista e attrice della Societas. In video Claudia Sorace | Muta Imago presenterà Bartleby, secondo capitolo della trilogia dei Racconti Americani, narrazione per suono e immagini ispirata al celeberrimo testo omonimo di Herman Melville (21 ottobre).
Tutti gli spettacoli saranno seguiti da conversazioni tra artisti e pubblico.
«In questi venticinque anni sono state davvero tantissime le artiste che hanno partecipato alle diverse edizioni del Festival e molte di loro sono tornate ciclicamente a Parma per presentare i propri lavori o per realizzarne ad hoc, stimolate dal tema concettuale individuato» suggerisce Maria Federica Maestri «A dare forma e sostanza a questa edizione sono le artiste con cui abbiamo dialogato con più continuità ed intensità, quelle con le quali pur nella differenza e distanza linguistica abbiamo percepito affinità e similitudini di fondo, nitide assonanze con le ragioni etiche che muovono il fare estetico».
Il ruolo della tragedia, del teatro e degli dèi (in particolare Dioniso), nel pensiero di uno dei filosofi più influenti della modernità, Friedrich Nietzsche, e la loro necessità al pensiero in quanto tale saranno al centro della Lectio Magistralis della filosofa Susanna Mati (12 novembre, a introdurre la première dell’Orestea di Lenz, in programma il giorno seguente).
Sabato 20 novembre è in programma un denso seminario pluritematico con artiste, studiose e attiviste sulle questioni sensibili nella scena contemporanea, con l’obiettivo di «dare voce a una differenza, quella femminile, che ribadisce la propria soggettività nei modi di abitare il mondo, di fondare linguaggi, alla ricerca di autenticità singolari e uniche», come spiegano le curatrici Silvia Mei ed Elena Sorbi.
Il Festival si concluderà venerdì 26 novembre con un finissage dedicato a Rocco Caccavari, presidente dell’associazione culturale Natura Dèi Teatri e presidente onorario di Lenz Fondazione scomparso lo scorso gennaio. Una chiusura del Festival come anticipazione di un ampio progetto a lui dedicato per il 2022 in collaborazione con enti istituzionali, scientifici e artistici, sulla sua figura di politico, medico, direttore del Sert e di diverse associazioni scientifico-culturali, figura poliedrica impegnata sui temi sensibili del nostro tempo.
Lenz Teatro è in via Pasubio 3/e a Parma. Info e prenotazione obbligatoria: 0521 270141, 335 6096220
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