Guerra. Mai nel nostro nome!
Soffermate il vostro pensiero sulle vittime della guerra, voi che concedete il vostro appoggio a coloro che preparano una nuova guerra… Proprio perché questo governo stanzia somme ingenti per i suoi programmi di riarmo, dimostri almeno di voler provvedere alle vittime più dolorose della guerra. Non costringetele a riunirsi ancora una volta, ad esporre le loro miserie, ad accusarvi in pubblico. Dimostrate di essere animati da un senso di umanità, se non sapete che sia amore per la pace…
Alcuni passi di un celebre discorso, più che mai attuale e tra i primi nella storia europea, nel quale si attestano le responsabilità degli eserciti rispetto agli stupri di massa come arma di terrore. A pronunciarlo, il 7 aprile 1952, fu Maria Maddalena Rossi durante un’interpellanza parlamentare, presentata l’anno precedente al Governo dopo il Convegno di Pontecorvo del 1951, per denunciare e rivendicare i diritti delle donne che subirono gli stupri di massa, soprattutto nella zona di Montecassino, dalle truppe coloniali francesi.
La parlamentare, tra le fondatrici e allora presidente dell’UDI, ben conosceva gli orrori delle guerre; le devastazione e le violenze subite le aveva viste sui corpi martoriati delle persone che aveva soccorso e fece di quell’esperienza il filo conduttore della sua attività politica a favore dei diritti delle donne e della pace. Una pace duratura richiede una politica di collaborazione e di comprensione tra i popoli così interveniva la madre costituente, nel 1947, sull’approvazione del Trattato di pace tra le potenze alleate e associate e l’Italia. A distanza di anni, nonostante nell’art. 11 della Costituzione si ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, il Parlamento italiano ha votato a favore dell’invio di armi verso un Paese parte di un conflitto. Si marcia per la pace e nel contempo si inviano armamenti, un ossimoro al quale rispondiamo Mai nel nostro nome!