Qui di seguito il testo della lettera dell’UDI – Unione Donne in Italia APS all’assessora all’Istruzione della Regione Friuli Venezia Giulia:

Gentile Alessia Rosolen, Assessora all’Istruzione della Regione Friuli-Venezia
Giulia, l’Unione Donne in Italia le scrive in merito alla notizia di pochi giorni fa apparsa
sui media nazionali, relativa alla diffusione di un opuscolo nelle scuole d’istruzione
superiore del Comune di Cividale del Friuli (Udine). Ci riferiamo ad un vademecum dal
titolo ‘Prevenire le aggressioni, combattere la violenza’, edito dallo stesso comune con
un contributo finanziario regionale, vademecum che nei suoi intenti perseguirebbe
l’obiettivo di dare consigli alle studentesse, eventuali vittime di violenza di genere, su
come sia meglio comportarsi e vestirsi.
Le adolescenti vengono invitate a non rivolgere «sorrisi ironici o provocatori a
sconosciuti», a non indossare abiti «troppo eleganti o vistosi», a non mettersi in
mostra con gioielli o «oggetti di valore», facendo chiaramente intendere che, ove ciò
avvenisse, le conseguenze negative ricadrebbero su di loro. Frasi come «Non
guardate insistentemente e non fate commenti indirizzati all’altrui ragazzo/a».
A nostro giudizio tutto ciò costituiscono delle fuorvianti affermazioni che fanno ricadere
sulle potenziali vittime della violenza di genere, la responsabilità dei comportamenti
abusanti maschili.
Ben ha rimarcato il “Movimento studentesco per il futuro” che la prevenzione non
possa ridursi a capovolgere il ruolo tra vittime e carnefici. Gli stessi studenti di
Cividale, coinvolti in tale iniziativa, hanno definito inammissibili le frasi contenute
nell’opuscolo, contestandone anche l’impostazione. Difatti a loro giudizio l’essersi
rivolti alle presumibili vittime sta a significare che non si vuole fare prevenzione nei
confronti degli aggressori. “Siamo convinti che alla violenza ci si oppone con
l’educazione, non colpevolizzando le vittime”, chiosano i diretti interessati al
vademecum.
Non riusciamo a comprendere come l’Istituzione regionale possa avallare il pregiudizio
che vede nella donna la responsabilità della condotta del violento, un tabù nettamente
sessista figlio di una mentalità che deve essere contrastata da un ente pubblico
democratico, intenzionato invece a porre in essere efficaci azioni di prevenzione in
tema di violenza maschile contro le donne e non a perpetuare pregiudizi secolari
Ci aspetteremmo al riguardo che la Regione Friuli Venezia Giulia investa il denaro
pubblico in altro modo, semmai supportando la conoscenza e la critica storico
culturale e l’educazione alla consapevolezza attraverso corsi educazione sessuale e
all’affettività.
Per esperienza pluridecennale mai saremmo favorevoli a che un’istituzione pubblica
suggerisca che limitare la libertà di abbigliamento e di espressione della propria
personalità possa costituire un argine alla violenza maschile contro le donne.

Al fine di consigliare supporti educativi in grado di venire incontro ai necessari obiettivi
dell’assessorato regionale all’Istruzione in tema di contrasto a questa emergenza
sociale, come è stata definita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, vi
proponiamo di conoscere e valutare la Mostra Oltre Dafne Fermare Apollo che è stata
esposta in molte città italiane (compresa Trieste) con un concorso rivolto a centinaia
di scuole e alle e agli studenti che ha visto incontri e idee proposte da loro di grande
valore storico, psicologico e culturale.

InvitandoLa a ritirare l’opuscolo dalle scuole, restiamo a disposizione per ogni altra
informazione

UDI-UNIONE DONNE in ITALIA

18 gennaio 2023