“Una Storia di Confino, Lina Merlin a Dorgali, Orune e Nuoro” – Convegno il 2 giugno
“Una Storia di Confino, Lina Merlin a Dorgali, Orune e Nuoro” è il titolo del convegno organizzato dall’associazione culturale Raichinas e Chimas che si svolgerà il 2 giugno, a partire dalle 9.30, presso il Cineteatro Arena Cala Gonone (Via Vasco De Gama, 18 Cala Gonone (NU)
e che potrà essere seguita in diretta YouTube collegandosi a questo link:
https://www.youtube.com/live/nvhPeJKrdhQ?feature=share
CHI ERA LINA MERLIN
(Dal Catalogo della Mostra-convegno itinerante “1946: il voto delle donne”, ed. Il Paese delle donne, 2016)
ANGELINA (LINA) MERLIN (Pozzonovo 1887 – Padova, 1979)
Trascorsa infanzia e giovinezza a Chioggia, diplomatasi maestra elementare presso le Suore Canossiane, Lina Merlin si trasferì a Grenoble, per laurearsi in Francese.
Socialista convinta, iscritta al P.S.I., collaborò con la testata “La difesa delle lavoratrici”, di cui assunse la direzione. La presa di coscienza sul femminile le ampliò lo sguardo sulle problematiche, sovente economiche, sociali e morali, delle donne del chioggiotto e del Polesine e ne denunciò la solitudine, il ricorso alla prostituzione, l’ipocrisia corrente dei “clienti” che contagiavano le mogli con malattie veneree.
Collaboratrice del deputato socialista Giacomo Matteotti cui riferiva anche le violenze delle squadre fasciste nel padovano, dopo l’assassinio di lui e l’avvento del regime, fu arrestata cinque volte, quindi scontò cinque anni di confino a Nuoro e provincia, dove si conquistò il rispetto della popolazione, specie delle donne, cui insegnò anche a leggere e a scrivere.
Dopo il confino sardo, sposò a Milano (1930) il medico ed ex deputato socialista di Rovigo Dante Gallani, partigiano militante di cui rimase presto vedova.
Co-fondatrice, a Milano, dei Gruppi di Difesa della Donna (GDD), Lina Merlin sfuggì per un soffio all’arresto dei Nazisti e organizzò l’Insurrezione con Claudia Maffioli, Lelio Basso, Rodolfo Morandi e Sandro Pertini (7° Presidente della Repubblica Italiana); partecipe dell’occupazione del Provveditorato di Milano, impose la resa ai nazi-fascisti.
Nominata dal CLNAI ‘Commissario per l’Istruzione’ della Lombardia (27 aprile 1945), fu Madre Costituente, componente della Commissione dei 75 e prima donna a intervenire al Senato (1948). Nell’agosto del 1948, su suggerimento di Umberto Terracini e con il sostegno dell’Alleanza femminile internazionale, depositò un disegno di legge abrogativo per chiudere le “case di tolleranza” aperte, con l’Unità, dalla Legge Cavour che stabiliva una normativa schiavizzante per le donne e assolutoria per i loro “clienti”. Le donne che fuggivano da quelle “case” erano condannate alla reclusione per “sospensione di pubblico servizio” (Legge n. 75, 20 febbraio 1958, G. U. n. 55 del 4 marzo 1958).
La famosa “Legge Merlin” – rispettosa della Convenzione per la repressione della tratta degli esseri umani e dello sfruttamento della prostituzione (Onu, n. 317 [IV], 2.12. 1949, vigente dal 25.7.1951) – abolì la prostituzione di Stato, ma rimase quasi inapplicata rispetto al contrasto dello sfruttamento e del favoreggiamento della prostituzione (art. 10) e dell’istituzione di un Corpo di polizia femminile con funzioni preventive e repressive anche della delinquenza minorile (art. 11).
Lina Merlin vinse altre battaglie di civiltà, come l’abolizione della infamante dicitura “figlio di N.N.” per i trovatelli; l’equiparazione dei figli naturali a quelli legittimi in materia fiscale; la legge sulle adozioni che eliminava le disparità di legge tra figli adottivi e figli propri; la soppressione della vessatoria e sessista “clausola di nubilato” nei contratti di lavoro, che imponeva il licenziamento alle lavoratrici che si sposavano.
Nel 1961 il partito non volle ricandidarla e lei ne strappò la tessera. Disse, congedandosi, di non poterne più di «fascisti rilegittimati, analfabeti politici e servitorelli dello stalinismo».
Coerente con le sue idee, la sua attività non risentì mai di opportunismi e la sua ultima battaglia fu, da antidivorzista, nel Comitato promotore del Referendum abrogativo della legge del 1970.
Ritiratasi nella sua casa milanese, Lina Merlin visse con Franca Cuonzo Zanibon, figlia di una cugina precocemente scomparsa che le era stata affidata e che adottò come figlia.
Le tre lettere – Lettera di Lina Merlin alla madre; due lettere della madre di Lina Merlin”- gentilmente fornite dall’Archivio di Stato di Nuoro alla Mostra-convegno itinerante, per la tappa di Dorgali, sono pubblicate nel catologo 2016, pp. 105-109.
Federici Agamben Maria, Il cesto di lana, SALES, 1957
Noce Teresa, Rivoluzionaria professionale, La Pietra, 2003
Merlin Lina; a cura di Elena Marinucci, La mia vita, Giunti, 1989.
Fanti L., Nilde Iotti, la signora del Palazzo, Camunia, 1991
Le donne e la Costituzione, Atti del convento promosso dall’Associazione degli ex-parlamentari (Roma, 22-23 marzo 1988), Camera dei Deputati.