Il 10 gennaio entra in vigore la decisione assunta lo scorso 30 novembre dalla Corte Suprema russa di vietare le attività del movimento LGBTI internazionale, etichettato come “estremista”.

Proprio il 10 gennaio, alle ore 12:00, le associazioni LGBTQUI+ hanno promosso un presidio presso la Biblioteca Nazionale (Castro Pretorio), nei pressi dell’Ambasciata russa. L’organizzazione ha invitato a portare con sé un indumento rosso, oltre che cartelli e messaggi indirizzati a “fratelli e sorelle in Russia e a chi combatte ancora oggi in tutti i luoghi dove l‘omosessualità è reato”.

La richiesta alle istituzioni Italiane è quella di garantire alle persone LGBTQIA+ russe e a chi difende i dritti umani in Russia una più ampia possibilità di ottenere visti o altri documenti di viaggio: dopo che la polizia di Mosca ha effettuato perquisizioni e arresti in alcuni club LGBT, si sono infatti moltiplicate le richieste di aiuto, sia per lasciare il Paese sia per ottenere supporto psicologico e legale.

Una prima mobilitazione si era svolta a Milano a metà dicembre, e sul sito All Out si può leggere la petizione – la campagna è gestita dalla Fondazione Sphere e vi hanno aderito il Moscow community center for LGBT+ initiatives e Coming Out – per sostenere la comunità LGBT+ russa che ha raccolto oltre 35mila firme.