Conversazione con Vittoria Altomonte, giovane astronoma “figlia delle stelle”
E’ una delle promesse dell’astronomia europea. Vittoria Altomonte, originaria di Bova Marina – paese dell’area grecanica calabrese – e studentessa presso Dipartimento di Fisica e Astronomia “Galilei” dell’Università di Padova, vanta un curriculum di tutto rispetto, nonostante la giovanissima età, appena venti anni: per il 4° anno consecutivo ha vinto il Gold Honour del National Award alla Competizione Internazionale di Astronomia e Astrofisica, l’International Astronomy and Astrophysics Competition, a cui partecipano studenti da tutto il mondo.
Ha rappresentato l’Italia alle XXIII Olimpiadi Internazionali di Astronomia che si sono svolte in Sri Lanka – dove ha vinto la “Best Drawing”, ossia il premio per il miglior disegno allegato alla prova teorica- e alle XXIV Olimpiadi Internazionali di Astronomia, in Romania, dove ha vinto la Medaglia di bronzo.
Ha fatto vari stage in giro per l’Italia e per il mondo: a Cagliari presso il Sardinia Radio Telescope, al CERN di Ginevra e alla NASA in Florida, presso il Telescopio Nazionale Galileo nelle Isole Canarie.
L’anno scorso è stata insignita del titolo di Alfiere del Lavoro della Repubblica italiana dal presidente Mattarella.
Ci incontriamo per una chiacchierata.
Vittoria, il tuo percorso di vita e di studi sembra essere segnato proprio dalle stelle … sei nata nel giorno, 21 luglio, in cui per la prima volta è stato calpestato il suolo lunare: coincidenza, o destino?
Non so se si tratti di destino o di pura coincidenza, fatto sta che l’astronomia è la mia vita. Questa passione è cominciata in modo graduale: da piccola passavo molto tempo a guardare la Luna; poi, nelle scuole medie, mi sono imbattuta nella lettura di un libro di Margherita Hack, “Stelle da paura”, ed è stato lì che è iniziato il mio interesse verso questo ambito affascinante, che si è meglio strutturato durante il Liceo, quando mi sono cimentata nelle Competizioni di Astronomia, con le quali ho capito che quella passione sarebbe potuta diventare il mio futuro. Ed eccomi qui adesso, a studiare per realizzarlo…
A parte il libro della Hack, immagino che ci siano stati altri fattori che hanno alimentato la tua passione per l’astronomia…
Certamente! Il libro di Margherita Hack è stata la “scintilla” iniziale, ma ogni scintilla va alimentata perché diventi un fuoco. Ho avuto modo di leggere molti altri libri che mi hanno segnata, da Stephen Hawking a Neil de Grasse Tyson, e parecchi altri. E poi ho avuto la fortuna di avere una famiglia che mi ha sempre sostenuta in questa mia grande passione, e ho avuto incontri importanti con docenti, soprattutto al Planetarium Pythagoras di Reggio Calabria, che hanno contribuito alla mia formazione, e hanno alimentato la mia curiosità e la mia sete di conoscenza.
C’è un pregiudizio secondo il quale le donne sono poco portate per l’ambito scientifico, ma tu sei la controprova di ciò…
In barba ai pregiudizi, la scienza è piena di grandi donne: dietro tante scoperte vi è un nome femminile, purtroppo spesso offuscato e sovrastato da un uomo. Questo, se da un lato è triste da raccontare, dall’altro mostra come il progresso scientifico si sia evoluto anche grazie al lavoro di innumerevoli donne. E credo che col riconoscimento del talento femminile, il mondo potrà fare tanti passi in avanti e progredire ancora di più.
Come sai, recentemente il telescopio Euclid dell’Agenzia Spaziale Europea ha rilasciato le prime immagini a colori dell’universo, aprendo nuove prospettive nella comprensione dei fenomeni cosmici ….
Era il 7 novembre 2023, lo ricordo bene! Mi trovavo in Università per seguire le lezioni, e, tra una pausa e l’altra cercavo di dare un’occhiata alla diretta durante la quale venivano rese pubbliche le prime fotografie di Euclid. Non sono ancora in grado di descrivere le emozioni che ho provato nel vedere quelle foto: … immense porzioni di cielo, … con una nitidezza mai vista prima! Nel tempo, passando dall’emozione all’analisi scientifica, ho potuto realizzare quante informazioni ci fossero in quelle foto, e quanto ancora potremmo conoscere nei prossimi anni con questa tecnologia. In effetti, ciò che noi osserviamo dell’Universo è appena il 5% del totale; la parte restante sembra essere costituita da “entità oscure”, materia ed energia oscura, tutte da esplorare. Addentrarmi in questa dimensione di indagine su cui grandi menti attualmente lavorano, è una delle più grandi gioie della vita. E poi, a proposito di donne – di cui abbiamo largamente parlato -, Euclid ha anche fotografato la Nebulosa Testa di Cavallo, scoperta nel 1888 da Williamina Fleming ispezionando ad occhio nudo le lastre fotografiche dell’Osservatorio di Harvard: ecco, lei è una delle grandi donne che ha avuto modo di dimostrare che al genere femminile non mancano le capacità per fare scienza!.
Sei brillantemente inquieta, entusiasta, tenace, curiosa: caratteristiche non comuni, e importanti. Eppure, hai detto “essere curiosi è un rischio” …
La curiosità è sempre stata la mia caratteristica più forte, quella che mi permette di scoprire il mondo che ci circonda, in ogni istante, di guardare le cose con occhi nuovi, e con quella gioia, quasi infantile, che entusiasma e fa andare sempre avanti. Comunque, forse nella vita essere curiosi è anche un rischio, ma è uno di quelli che vale la pena correre: non essere curiosi è come decidere di non camminare per non cadere e non rischiare di sbucciarsi le ginocchia. Ho parlato di “rischio” perché mi è capitato, a volte, di avere a che fare con comportamenti che è difficile spiegare: sono stata “etichettata” in molti modi, alcuni piacevoli, altri meno. Ma in ogni caso ciò mi ha permesso di crescere e di essere fermamente convinta che la curiosità è una qualità fondamentale, e io intendo custodirla gelosamente: vale la pena correre qualche rischio per godersi, alla fine, una vista mozzafiato!
Parliamo dei “rumori di fondo“ che possono avere disturbato la tua crescita di donna “diversa”
I “rumori di fondo” sono un po’ ovunque, persino nelle fotografie astronomiche, figuriamoci nelle vite di noi umani! Diciamo che a volte, nella crescita di un individuo, si vivono azioni e momenti che possono sembrare “insoliti” agli occhi degli altri: è insolito preferire lo studio, piuttosto che uscire per un gelato. Ma quelle che sono sembrate “rinunce”, in realtà si sono rivelate grandi vantaggi: ciò che si impara non è mai sprecato, e quel gelato sicuramente ho potuto godermelo comunque, anzi, forse più di prima! Non posso negare che ancora oggi, in alcuni contesti, ci sono situazioni in cui domina una competizione per nulla costruttiva. Comunque, le varie esperienze che nel corso della mia breve vita ho avuto modo di vivere, mi hanno insegnato parecchio, e ho imparato a trasformare qualche “rumore di fondo” in energia per far sempre meglio e non mollare mai. Presto ascolto a tutto, commenti positivi e negativi, perché entrambi mi permettono di crescere. Nel complesso, mi ritengo molto fortunata, perché l’armonia della curiosità e della continua scoperta rimane la colonna sonora della mia vita.
Un problema che spesso affligge le donne è la difficoltà a fare rete…
Forse a volte ci si dimentica di essere simili, di essere fragili e audaci, preferendo “osservare il mondo” attraverso un filtro di invidie, gelosie ed individualismi. Sentimenti “umani”, quasi inspiegabili, questi, forse un po’ superficiali: si tende a invidiare ciò che altri possiedono, senza pensare al percorso che hanno fatto per ottenerlo, e senza capire che ogni condivisione è un arricchimento reciproco. Ma mi piace credere che un giorno non troppo lontano gli umani tutti possano realizzare la potenza di una “rete”, che arricchisca l’umanità sempre di più e che mai possa essere infranta.
Caos, caso, razionalità: quale significato dai a queste parole, e che posto hanno nella tua vita?
Sono caratteristiche che dominano anche l’Universo, figuriamoci le vite di noi esseri, insignificanti (se pensiamo all’immensità del cosmo) ma preziosi… Se non fosse stato per il caso, probabilmente mai avrei realizzato che questa mia passione era così grande da potersi trasformare nel mio futuro. E se non fosse stato per un “caos” di interessi iniziali, di sentimenti (dalle gioie per una vittoria, alle delusioni per un obiettivo mancato, dalle incertezze sul futuro alla determinazione di crederci fino in fondo, dalla paura del rischio alla curiosità di arrivare a vette continue), probabilmente non sarei diventata ciò che sono. Inoltre, se non fosse stato per una buona dose di razionalità, di scelte fatte al momento giusto, probabilmente non sarei qui adesso con questa mia storia da raccontare. Ogni vita è un po’ come un Sistema solare: con delle orbite ben definite e razionalmente descrivibili, ma è anche grazie ad una buona dose di caos e caso che siamo ancora su questo pianeta
Che idea hai dei tuoi coetanei, quelli lontani dai tuoi ambienti di studio?
Ammiro tantissimo i miei coetanei che hanno altri interessi, anche diversi dai miei. Ogni giovane è uno scrigno di passioni, di sogni, di obiettivi che sembrano quasi irrealizzabili. In questi anni, ho avuto modo di conoscere coetanei coi più disparati interessi: dalla musica all’arte, dalla letteratura alla scienza, dall’informatica all’antiquariato. E ognuno di loro aveva una particolare capacità, un singolare talento: da ognuno di loro ho avuto modo di imparare qualcosa, dalle loro esperienze, le loro vite, le loro difficoltà, le loro emozioni. Mi piacerebbe avere tempo infinito per poter arricchirmi ancora con loro: aprirsi a mondi esistenziali diversi credo sia il sale della vita umana. Del resto, come diceva Margherita Hack, «Tutti noi abbiamo un’origine comune, siamo tutti figli dell’evoluzione dell’Universo, dell’evoluzione delle stelle, e quindi siamo davvero tutti fratelli, figli delle stelle.»