La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma ha comunicato di rinunciare, tre anni prima della scadenza, al comodato d’uso del Fondo Carla Lonzi. Se il comodato d’uso non di trasforma in una vera e propria donazione, c’è il rischio che i molti documenti conservati nel Fondo, finora a disposizione per tanti studi, tesi e ricerche sul femminismo, cessino di essere a disposizione per la consultazione pubblica.

Sono molte le iniziative che si sono sviluppate dopo questa decisione, dettata da ragioni fondamentalmente burocratiche. Dopo l’allarme lanciato da Annarosa Buttarelli, filosofa e direttrice scientifica del Fondo, il tema è stato sollevato da una interrogazione in Parlamento della deputata Luana Zanella di AVS, da una forte presa di posizione dell’associazione  Orlando, che ha chiesto che resti “pubblico e accessibile” il Fondo che raccoglie la storia di “una delle più grandi pensatrici femministe del Novecento”, dalla denuncia della Società delle Letterate che ha intervistato Annarosa Buttarelli. Buttarelli ha ricostruito la storia del Fondo: “oggi si può dire che il Fondo Carla Lonzi è l’unica raccolta al mondo documentale e iconologica perfettamente accessibile, e protetta dalla digitalizzazione. Una festa per tutte le studiose, le femministe, gli studiosi, le giovani e i giovani sempre più vicini alla strada aperta dalla madre del femminismo italiano della differenza”. Anche una petizione su change.org, che si può firmare a questo link: Petizione · Carla Lonzi non si tocca – Salviamo il Fondo Carla Lonzi – Italia · Change.org e che sottolinea la necessità di preservare il Fondo che è “un patrimonio culturale inestimabile” perché “include documenti cruciali per la comprensione dell’arte e della letteratura contemporanea italiana e internazionale.”