“Il cavalluccio”
Racconto in ricordo di Marina Pivetta
Ho un cavalluccio a dondolo in casa.
Ha la criniera rosso fuoco.
La parte con il dondolo è stata tolta. Occupava troppo posto.
Lui è restato.
La mattina, ma più spesso la sera prima di andare a dormire, è facile che gli passi vicino.
Mi accosto e gli faccio una carezza.
Ho comprato questo cavalluccio da un rigattiere a Porretta Terme nel periodo in cui Marina mi affittava una parte della sua casa nell’Appennino tosco-emiliano.
Naturalmente, quando l’ho comprato, tutti a dire: “Ma che te ne fai? E ora come si fa a portarlo a Roma?…”
Marina, a differenza di tutti gli altri, sorrise.
D’altra parte io sentivo che dovevo portarlo a Roma con me. Sono contenta che Lui sia qui. E’ un ricordo di Marina. Anche se non ce n’è bisogno perché Marina nel mio cuore c’è sempre e sempre ci sarà.
Volevo anche ricordare che Marina aveva sopra la sua casa romana, a San Giovanni, una terrazza e l’ha attrezzata per tutti, ne ha fatto una sorta di giardino condominiale.
Nelle fiabe, si sa, i principi arrivavano a cavallo. Ma, si sa… sono solo fiabe!