È stata lanciata il 7 luglio – poco dopo la notizia della proposta di intitolare a Silvio Berlusconi l’aeroporto di Milano Malpensa – sulla piattaforma change.org la petizione “Intitoliamo l’aeroporto di Milano Malpensa a ROSINA FERRARIO prima aviatrice italiana”.

La proposta di intitolare alla prima aviatrice italiana lo scalo è stata lanciata dall’associazione Toponomastica Femminile.

Testo della petizione:

A ROSINA FERRARIO ecco a chi va intitolato l’aeroporto di Malpensa. Rosina Ferrario è la prima donna aviatrice italiana e ottava al mondo.

Rosina nasce a Milano il 28 luglio 1888 da una famiglia distinta, avventurosa e moderna.

E’ istruita, volitiva, curiosa. Parla diverse lingue, lavora in una concessionaria Cadillac ed è un’appassionata di auto, che guida con grande piacere e bravura, amante della montagna e del ciclismo. Era il 3 gennaio 1913 quando, per la prima volta in Italia, una donna si brevettò pilota d’aeroplano. La coraggiosa padana Rosina Ferrario coronò quel giorno il suo sogno con un monoplano Caproni da 50 cavalli sopra le amene brughiere del Ticino. I commissari, tutti uomini, si schierano lungo la pista per decidere se quella sarà o meno la prima donna italiana a conseguire il brevetto di pilota.

Rosina Ferrario si alza in volo con il suo Caproni a motore Anzani e vola compiendo due impressionanti figure di otto intorno a una serie di piloni distanti cinquecento metri l’uno dall’altro, prima di ripartire per la prova di distanza.

Volando a 200 piedi da terra, percorre 7 chilometri in meno di 15 minuti e compie un atterraggio perfetto.

È ufficiale: l’ha superato l’esame. La sua licenza della Fedération Aèronautique Internationale e dell’Aero Club d’Italia, numero 203, certifica – in italiano e in francese – che “la signorina Rosina Ferrario, avendo soddisfatto tutte le condizioni imposte dalla FAI, ha ottenuto la licenza di aviatore“.Alla ragazza lombarda giungono felicitazioni da tutta l’Italia. Il maggiore Carlo Piazza, colui che nell’ottobre 1911 in Libia aveva per primo usato un aereo in missioni belliche, le scrive: «Tutte le mie più vive congratulazioni, signorina, ma preferirei saperla più mamma che aviatrice!». 

La fama arrivò per la Ferrario negli anni a seguire, grazie alla sua partecipazione a manifestazioni aeronautiche e voli dimostrativi in tutto il Paese.
La sua presenza era richiestissima: volò in aerostato con Erminio Donner-Flori scattando immagini mozzafiato con una macchina Kodak, lasciò cadere una pioggia di garofani rossi sopra la folla del Meeting Aviatorio di Napoli, volò sopra Bergamo in occasione della visita di Re Vittorio Emanuele III e si esibì pilotando un aereo Caproni durante una commemorazione del compositore Giuseppe Verdi.

Volevo essere anch’io lassù, in alto nel cielo, volare veloce e libera, godermi dall’alto la bellezza dell’orizzonte sconfinato”. Rosina fa la sua prima prova di volo meno di due anni dopo, presso la scuola di volo di Piazza d’Armi a Baggio, alle porte di Milano.

Allo scoppio della guerra Rosina Ferrario, ormai asso dell’aviazione di fama mondiale, si offre volontaria per volare in missioni di trasporto medico per la Croce Rossa.

L’Italia bigotta e maschilista le oppone un secco no: “La legge non prevede l’arruolamento di giovani donne nel Regio Esercito“. Facciamo in modo che oggi preveda l’intitolazione di aeroporti a giovani donne pioniere aviatrici.