Lunedì 7 ottobre 2024, alle ore 18.00, presso “Il clubino” – via Luca Giordano, 73 – presentazione del libro “Religioni e prostituzione. Le voci delle donne”, VandA edizioni, a cura di Paola Cavallari, Doriana Lupi, Grazia Villa.

Saranno presenti

Stefania Cantatore, UDI Napoli

Floriana Coppola, Presidente OIVD (Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne), Presidente Società italiana Letterate

Anna Cristofaro, ACLI Napoli

Maria Esposito Sociologa, attivista abolizionista

Elvira Reale, Psicologa, consulente Commissione femminicidi

Letizia Tomassone, Teologa, pastora Chiesa valdese di Napoli

Adriana Valerio, Storica e teologa, CTI (Coordinamento Teologhe Italiane)

Dialogheranno con Paola Cavallari, Scrittrice femminista, fondatrice OIVD, curatrice del libro e con il pubblico presente in sala.


Il libro Religioni e prostituzione – Le voci delle donne, VandA edizioni

Studiose e teologhe affrontano il tema a partire da diverse fedi, dalla comune esperienza del femminismo, e dalla constatazione che le istituzioni religiose sono state nel tempo complici di uno “stupro simbolico”.

Il libro è il frutto di un laboratorio su “Prostituzione e pornografia” dell’Osservatorio Interreligioso sulle Violenze contro le Donne (O.I.V.D.) che così lo descrive:

Le testimonianze delle donne uscite dalla prostituzione, le “sopravvissute”, ci offrono lo spaccato di una realtà impensata, gridano una verità altra da quella propagandata dal mainstream della comunicazione. Leggendole, ascoltandole, si rimane scioccate/i e ci si aprono gli occhi, quegli occhi che un sistema dominante sesso-potere voleva indurci a tenere chiusi. Il racconto della tragedia che esse hanno vissuto entra nei pori della pelle, perché la loro lingua parla di corpi sfregiati, devastati, umiliati. Come è possibile un tale abominio, che avviene quotidianamente nel silenzio e nell’indifferenza? Come potevamo non porci con spirito critico, all’osservazione dell’agire e della ispirazione programmatica delle istituzioni religiose su questo tema? Il sospetto, più che legittimo, era che il volto presentabile che esse mostrano a riguardo fosse di maniera, ma sostanzialmente impassibile, restio ad interrogarsi se sussistano complicità con una cultura (sessista) che quei crimini alimenta. Affermano di essere contro la schiavitù del sesso. Ma come lo sono? Organismi caritatevoli/assistenziali nella loro orbita di intervento pastorale aiutano le donne ingabbiate dalla tratta e offrono percorsi di uscita. Questo ci conforta ma solo relativamente. Ma l’ispirazione all’origine di tale atteggiamento non va alla radice del male.