Violenza istituzionale e politiche securitarie
Il collettivo femminista Sommosse denuncia un fatto gravissimo che è avvenuto a Perugia, e che ha coinvolto tra gli altri una compagna dello stesso collettivo. Questo il resoconto:
“Sabato sera era con altri compagni nel centro storico di Perugia a prendere un aperitivo in piazza VI Novembre. Il gruppo di compagn* stava conversando quando si sono avvicinati 7 figuri, che senza dare nessun segno di identificazione hanno chiesto loro i documenti. Mikela ha rifiutato di darli, i “poliziotti” erano in borghese e non mostravano alcun distintivo. Mikela è stata aggredita verbalmente e fisicamente, è stata spintonata. Un compagno si è frapposto tra lei e un poliziotto ed è stato immediatamente ammanettato: nel giro di pochi minuti è nato un parapiglia in cui diversi compagni sono stati picchiati e tra questi due compagni, Riccardo e Lorenzo, infilati dentro le volanti prontamente sopraggiunte ed insieme a loro Mikela.
Chi di voi ha conosciuto Mikela, sa che è un piccola grande compagna, straordinaria ed appassionata, sempre in prima fila, pronta a mettersi in gioco e a lavorare con e per gli altri.
_ Abbiamo costruito insieme il nostro collettivo femminista ed insieme lavorato sulle battaglie per il reddito, contra la violenza maschile e contro il securitarismo.”
L’atteggiamento violento e intimidatorio è il frutto di politiche inadeguate e demagogiche, la sicurezza viene affrontata con ordinanze restrittive che limitano la libertà e la mobilità dei soggetti diversamente in transito nello spazio pubblico della città : il problema non può essere l’orario di chiusura dei locali, non si porta sicurezza e esibendo le volanti in centro.
Collettivi e associazioni femministe, molteplici soggettività politiche e sociali intendono proseguire il percorso volto ad aprire il confronto per reagire alla desertificazione che sta attraversando il centro storico ormai da anni, per riprendersi quel bene comune che è la città, costruendo percorsi volta alla costruzione di un laboratorio permanente contro le politiche familiste, securitarie e proibizioniste che impongono una visione morale predeterminata nelle politiche , negando l’autodeterminazione dei corpi e degli stili di vita e mercificando i diritti di cittadinanza.
_ Oggi si terrà il processo ai due compagni attivisti del centro sociale e dell’Onda e a Mikela, oltraggio e restistenza aggravata sono capi di imputazione. Proprio Mikela sta facendo la sua tesi sulla città e la sicurezza da un punto di vista di genere.
Mentre la stampa locale prevalentemente persevera nel fomentare il clima di repressione e di buon pensare qualunquista, le ragazze e i ragazzi del Common’ s lab, del centro sociale, le soggettività femministe continuano a organizzare dibattiti e assemblee e oggi parteciperanno al consiglio comunale ponendo all’ordine del giorno la necessità di invertire la rotta di una città che da bene comune è diventato luogo privato, una città blindata, delimitata da recinti, e proprio per questo terreno di paura e insicurezza.
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