Gravidanza a rischio: 400 km andata e ritorno per non far ricadere gli oneri della visita tutti sul padre
Pubblichiamo il testo di una lettera ricevuta da una nostra lettrice. Il caso che presenta ci è sembrato emblematico delle conseguenze dell’affido condiviso imposto per legge, senza tenere conto dei rapporti conflittuali tra ex coniugi e senza la capacità dei giudici di aiutarli a mediare. Sono incinta al terzo mese di gravidanza, ho 40 anni e la gravidanza si presenta alquanto a rischio.
_ Premetto che già due anni fa ho perso un bambino al sesto mese sempre per una gravidanza difficile.
Sono madre di una bambina di 7 anni (avuta da una relazione precedente) che {{per vedere il padre deve spostarsi ogni mese di circa 400 km}}.
_ Il tribunale ha ordinato che {{sia il padre a prenderla e io a riportarla}}.
_ Finora non ci sono stati problemi.
Il mese scorso però al ritorno io mi sono sentita male e sono dovuta rimanere per due giorni a letto.
_ Con il mio avvocato abbiamo fatto presente il problema al tribunale chiedendo {{se, almeno per questo periodo, era possibile evitarmi questo strapazzo}}.
Il giudice mi ha risposto che {{non era possibile perché altrimenti l’onere sarebbe stato tutto a carico del padre}}.
Quindi io {{domenica prossima mi vedo costretta a partire e a percorrere 800 km (A/R) con chissà quali conseguenze}}.
Domanda: chi tutela la mia salute e quella del nascituro? Spero possiate portare questo caso alla ribalta perché purtroppo penso che il mio non sia unico.
{{ {Marilena Cammarota} }}
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