L’epidurale necessita di fondi per garantire il diritto della madre a non sentire dolore
Pubblichiamo il testo della lettera che l’AIPA al Ministro della Salute, on. Ferruccio Fazio, sulle tragedie che si sono susseguite nelle sale parto e sul diritto delle madri a scegliere il parto in analgesia (epidurale)On.le Ministro Ferruccio Fazio,
i fatti di cronaca di queste settimane obbligano tutti noi a una riflessione.
_ Messina, Policoro, Piove di Sacco, Reggio Emilia, apparentemente un bollettino di guerra, tragedie quasi inaspettate che preoccupano e suscitano giustamente lo sdegno dell’opinione pubblica.
_ Come siano andati i fatti sarà la Magistratura a stabilirlo, ma per sapere come si partorisce in Italia basterebbe uno sguardo più attento e sensibile.
{{L’Italia detiene il record di tagli cesarei}} pur vantando un tasso di mortalità materna tra i più bassi al mondo. Ma nel nostro paese {{non viene ancora riconosciuto alle donne il diritto ad accedere a cure antalgiche efficaci e sicure}} e in particolar modo all'{{analgesia epidurale}}.
L’Istituto Superiore di Sanità nelle nuove linee guida sul taglio cesareo “solo quando serve” rivolto alle puerpere, non nomina mai questa tecnica analgesica, nemmeno nei casi in cui la richiesta sia sostenuta dalla paura del travaglio e del parto, {{ammettendo dunque che parte dei tanti cesarei siano conseguenti alla comprensibile paura della donna per il dolore del parto}}.
La tecnica peridurale in travaglio di parto esiste da decenni, utilizzata in diversi paesi, alcuni con percentuali che sfiorano il 70-90%. {{In Italia l’epidurale è un diritto negato nell’84% delle strutture pubbliche e convenzionate}}.
Onorevole Ministro partorire è quasi sempre doloroso, estremamente doloroso. La durata di un travaglio e di un parto sono variabili da donna a donna, da pochi minuti a decine di ore. Le contrazioni a volte non concedono tregua, non permettono di riposare, arrivano e squassano il corpo, a volte persino la mente.
_ Certo è il dolore che precede la nascita di un figlio e spesso per questo più sopportabile, ma non può essere questa la motivazione che impedisce ancora, nel 2010, alle donne di partorire senza dolore.
{{L’epidurale necessita di fondi perché per garantire questo servizio è necessario un anestesista dedicato alla sala parto}}. Ma garantire un diritto inviolabile, quello di non soffrire, a tutte le donne che ne faranno richiesta può aiutare a ridurre il numero di cesarei.
_ Inoltre la presenza di un medico anestesista assicura maggiore sicurezza per la donna e il bambino che nasce, affrontando meglio molte emergenze ostetriche.
Ricordiamo inoltre che più del 45% dei nostri centri nascita non ha una guardia pediatrica attiva 24 ore su 24, mettendo così a rischio la vita di tutti quei neonati che necessitano cure urgenti.
[La nostra associazione->http://www.aipa-italia.it/chi-siamo.html] si batte perché si garantiscano maggiori standard assistenziali in tutte le maternità italiane, tra cui il riconoscimento alla dignità del dolore nel parto.
_ È a tale scopo che sono nate petizioni popolari come quella del comitato pro partoanalgesia di Monfalcone e Velletri.
L’AIPA promuove la [petizione on-line analgesia epidurale gratuita e garantita->http://www.aipa-italia.it/petizione.html]e d’accordo con il comitato di Monfalcone e di Velletri intende riunire le oltre 7000 firme raccolte per chiedere con più forza il riconoscimento di tale diritto.
{{A Vasto il 2 ottobre verrà presentato il neonato Comitato Cittadino Vastese per il Parto Indolore}}, iniziativa portata avanti in una regione come l’Abruzzo, dove l’epidurale gratuita e garantita non è presente in nessuna struttura pubblica.
L’ex Ministro della Salute Livia Turco nell’aprile 2008 inseriva l’epidurale nei LEA. Eppure a distanza di due anni, {{l’onorevole Carla Castellani}} intervenendo in Parlamento in relazione a recenti casi di malasanità, chiede di {{diffondere in maniera più capillare di quanto non avvenga oggi la tecnica dell’analgesia epidurale per il parto}}, rendendo così tutte le donne più libere di scegliere in maniera consapevole la possibilità di accedere ad un parto fisiologico.
Ci auguriamo che i tristi fatti di {{cronaca di questi giorni siano dunque l’inizio di una riflessione seria sulla sicurezza delle nostre sale parto}} e sulla dignità di noi mamme e dei nostri bambini; una ferita che si riapre ogni qualvolta vengano negati l’accesso a cure antalgiche efficaci e sicure e standard assistenziali adeguati.
– {{Per contatti}}
[comitato vastese ->mailto:partoindolore@gmail.com] – Coordinatrice D.ssa Valentina Molino
[comitato Monfalcone->mailto:cibita@libero.it] – Coordinatrice Anna Valle
Lascia un commento