In Umbria dura polemica in merito alla delibera
assunta dalla giunta regionale sulle indicazioni prodotte dal
comitato tecnico scientifico che ha deciso le modalità di somminsitrazione della ru
486 optando per il regime in day hospital come avviene in tutti i paesi del mondo.La scelta, che contrasta le linee guida ministeriali che, ispirate ad una
logica puntiva e reazionaria, prevedono il ricovero coatto ha provocato dure reazioni.
_ Forum delle famiglie, Udc , Pdl, e una parte del Pd come i consigliere Barberini e
Smacchi e il presidente del consiglio regionale Eros Brega, si oppongono infatti alla
decisione del comitato scientifico e fanno pressione affinchè si adotti il regime
di ricovero obbligatorio.

Intano le associazioni “cattoliciste” stanno chiedendo incontri su
incontri all’assessorato alla sanità.

“Le associazioni di donne da anni impegnate sui territori umbri in azioni di
contrasto alla violenza di genere e ai provvedimenti che di fatto impediscono la
autodeterminazione femminile in termini di sessualità, riproduzione e salute,
esprimono ferma contrarietà a che le disposizioni in merito all’uso da parte delle
donne della pillola RU486 prevedano il ricovero coatto in ospedale, fuori da
accertate necessità terapeutiche, come previsto dalla legge 194/78.

Ribadiamo che
deve essere lasciata alle donne la massima libertà di scegliere le modalità
ritenute più adeguate, a partire dal normale regime di day hospital, dove avviene
la somministrazione del farmaco abortivo. A tale scopo è necessario che le donne
non continuino ad essere private di una corretta informazione e ad essere escluse
dal dibattito politico rispetto al quale, invece, occorre coordinare tutte le
soggettività sociali e politiche interessate ad arginare un’ulteriore deriva
autoritaria e bigotta nella nostra regione, di cui la legge sulla famiglia,
approvata a larga maggioranza nella precedente legislatura, ha dato conto in misura
inquietante.

Sosteniamo il percorso avviato dalla Giunta regionale che, prevedendo
il contributo di autorità scientifiche e il coinvolgimento dei diversi soggetti
interessati, non potrà che portare ad una decisione rispettosa del principio della
libera scelta delle donne.

Noi donne ci siamo e intendiamo lottare per contrastare le forze reazionarie, come
il Forum delle famiglie, che intendono usare l’introduzione della Ru486 come un
ulteriore tentativo di ridurre gli spazi di libertà che le donne hanno conquistato,
giocando sul corpo femminile l’ennesimo gioco del potere patriarcale, sostenuto
dagli epigoni del cattolicesimo reazionario e dagli opportunismi della politica, e a
tal fine chiederemo un incontro all’assessorato alla sanità”.

Associazione Rete delle donne Anti Violenza Onlus ( Perugia)
_ Associazione Donne contro la guerra (Spoleto)
_ Associazione L’albero di Antonia ( Orvieto)
_ Comitato Verità per Aldo Bianzino (Perugia)
_ Associazione Donnamica (Terni)
_ Associazione Ossigeno ( Perugia)
_ Associazione MèDeA (Perugia)
_ Associazione Controcanti (Perugia)
_ Associazione Il Pettirosso (Terni)
_ Amnesty (Perugia)
_ APS Cantiere d’Arti (Terni)