La Comunità Pakistana è contro ai matrimoni imposti
Se il caso di Nosheen, in cui la madre ha difeso la figlia (cosa che non si era vista
nel caso di Hina di Brescia e Saana di Pordenone) dà una segnale chiaro che la metà
del nostro cammino è stata fatta, ora ci manca un altro pezzo che dobbiamo fare
tutti insieme, prendendo le distanze dalla mentalità malata che crede nella
supremazia dell’uomo.Le comunità pakistana di Modena e Reggio Emilia, non trovano le parole per
esprimere la propria rabbia ed il proprio sdegno per il drammatico omicidio di Shenaz Begum per aver difeso la figlia Nosheen Butt dal padre che la voleva costringere ad un matrimonio imposto.
Noi crediamo che questi episodi isolati di violenza contro le donne infrangano il
lavoro sincero degli immigrati che hanno la volontà di convivere con le tradizioni
del paese ospitante, distruggano l’immagine della maggioranza degli immigrati che è
contro la violenza e crede nella parità uomo e donna, interpretino male le
tradizioni degli immigrati stessi.
Crediamo che fare il padrone dei propri figli non abbia niente a che fare con nessuna religione e nessuna cultura civile.
Nella legge pakistana un matrimonio combinato o una promessa di matrimonio di un minorenne non ha nessun valore giuridico.
_ Secondo la religione Islamica, praticata dal 97% degli abitanti nel Pakistan, ”chi ammazza un essere umano è come se ammazzasse tutta l’umanità.”
La religione e la tradizione islamica non dicono che il matrimonio va imposto o combinato.
_ Questi casi, seppur isolati, ci preoccupano per il nostro futuro in Italia. I casi
isolati vanno isolati.
_ Noi riteniamo che questa cultura che prende di mira le donne e che fino a pochi
anni, fa era presente in molte parti del mondo, vada combattuta insieme.
Dobbiamo cercare tutte le soluzioni possibili per sconfiggere questo pensiero non
soltanto perché rappresenta un problema di convivenza tra i cittadini immigrati e
gli italiani, ma perché crediamo alla sacralità della vita e alla parità tra uomo e
donna.
Se il caso di Nosheen, in cui la madre ha difeso la figlia (cosa che non si era vista nel caso di Hina di Brescia e Saana di Pordenone) dà una segnale chiaro che la metà del nostro cammino è stata fatta, ora ci manca un altro pezzo che dobbiamo fare tutti insieme, prendendo le distanze dalla mentalità malata che crede nella supremazia dell’uomo.
L’Associazione Pakistana di Reggio Emilia e la comunità pakistana condannano duramente questa idea ed esprimono tutta la solidarietà a Nosheen.
I rappresentanti dell’Associazione Pakistana di Modena e Reggio Emilia, saranno
presenti a Novi di Modena alla fiaccolata di venerdì, organizzata dal Comune e
Commissione pari opportunità contro ogni tipo di violenza e per solidarietà con
Nosheen.
{Presidente dell’Associazione Culturale “Centro Minhaj-ul-Quran”, Presidente dell’Associazione Pakistana di Reggio Emilia,
Presidente dell’Associazione M.L.N.W.}
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