La lenta ma inesorabile marcia verso la secolarizzazione
Da alcuni anni il Settore Nuovi Diritti della Cgil Nazionale e la Fondazione Critica Liberale realizzano, con la preziosa collaborazione di Silvia Sansonetti, ricercatrice della Sapienza, una indagine molto particolare: si raccolgono una serie di dati da sottoporre alla rielaborazione di Renato Coppi, ordinario di Statistica Multivariata alla Sapienza e di Laura Cammarana, ricercatrice del Caspur di Roma.In breve, sono stati individuati venticinque indicatori di base, raggruppandoli in quattro aree: pratica religiosa, adesione alle indicazioni della Chiesa, organizzazione ecclesiastica, scelte nell´istruzione. Il risultato finale dei diversi processi di comparazione dà vita a un “{{indicatore generale di secolarizzazione}}” che si affianca a un “{{indicatore di presenza istituzionale della Chiesa}}”, mediante il quale si tiene il conto delle scuole cattoliche, delle case di cura, dei centri di difesa della vita, della tiratura delle opere religiose e altro, ovviamente a soggetto.
Siamo alla terza esperienza e si dimostra con certezza che la società italiana si è da tempo rivolta, lentamente magari, ma inesorabilmente, sulla strada di {{una sempre più evidente secolarizzazione}} e ci rendiamo conto di quanto più interessanti sarebbero le deduzioni statistiche {{se vi potesse essere una scomposizione dei dati per genere}}, riconoscendo la grande parte avuta dai movimenti femminili nell’affermazione dell’autodeterminazione della persona e della sua autonomia, un aspetto decisivo.
Le cifre, tutte ufficiali, di fonte Istat, Miur, Cei, Ministero della Salute e Annuarium Statisticum Ecclesiae, confermano, infatti, che il secolo avanza. Per esempio, la percentuale dei {{bambini di meno di un anno che sono stati battezzati}}, rispetto al totale dei nati vivi, mostra tra il ‘91 e il ‘98 un andamento altalenante, che oscilla tra il massimo di 89,9% del ‘91 e il minimo di 85,8% del ‘96. In seguito la percentuale appare in diminuzione, assestandosi nel 2004 a 77,5%, con una perdita di più di tredici punti percentuali rispetto al 1994.
Un´altra serie storica, quella dei {{matrimoni cattolici}}, propone lo stesso declino, con una diminuzione tra l´87,7% del 1991 e il 79,5% del 2004, mentre la percentuale dei {{matrimoni celebrati solo civilmente}} sul totale dei matrimoni risulta in crescita continua, passando dal 17,5% del ‘91 al 31,2% del 2004, soprattutto dopo l’istituzione da parte di alcuni comuni di luoghi eleganti e accoglienti dove celebrare. In aumento sono anche le {{libere unioni}}, 207 mila nel 1993 e 556 mila nel 2003, ultimo anno con dati disponibili e in crescita costante sono le {{separazioni civili}} e i {{divorzi}}, tanto che si evidenzia una crescente indifferenza al modello di famiglia proposto dalla Chiesa cattolica nonostante le presuntuose esternazioni del Family-day.
E’ un processo inesorabile quello del progressivo allontanamento degli italiani dalle prescrizioni delle gerarchie cattoliche in materia di famiglia, sesso, educazione dei figli, sacramenti.
_ In tempo di affollatissimi e trionfanti Pride, si può sostenere che anche il terzo Rapporto sulla Secolarizzazione conferma la {{difficoltà crescente del Vaticano a sintonizzarsi con la vita reale}} delle persone, il che comprende anche la presenza sul territorio della Chiesa, che aumenta al crescere della secolarizzazione.
_ Si può immaginare che la Chiesa cattolica, ben cosciente del distacco, tenti una risposta sul piano dell’offerta istituzionale, ma i risultati non sono certo quelli sperati. Peccato che i nostri rappresentanti in Parlamento restino così sottomessi ai dictat di oltre Tevere, che non vivano la responsabilità di difendere la sovranità dello Stato, che si continui tanto alacremente a finanziare un mondo dove hanno ben poco spazio fede e serena convivenza.
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