Finish 4. Pubblicità e donne costrette al lavoro domestico
Casalinghe entusiaste di piatti che splendono, la cui massima aspirazione è la brillantezza dei bicchieri appena lavati. Scene fittizie, prodotte da pubblicità come quelle dei detersivi per lavastoviglie. Immagini aberranti di donne felici grazie a Finish 4, la nuova pasticca per lavastoviglie che rende ancora più puliti piatti e bicchieri.Oltre ad essere pura finzione, come qualsiasi situazione riprodotta dalla pubblicità, {{lo spot della Finish 4 è lesivo dell’intelligenza di ogni donna, casalinga e non}}. Lo è in modo particolare la frase pronunciata dalle voce guida della pubblicità. Con aria perentoria ci presenta una statistica – non si sa bene su quale campione di donne sia stata effettuata – che sembra inconfutabile: “A 9 donne su 10 brilla il sorriso” davanti allo scintillio delle stoviglie lavate con Finish4. A questo punto, quale margine di dubbio si insinua nell’ascoltatrice attenta? Forse quello costituito dall’unica donna su 10 a cui, a parer di statistica, non brilla il sorriso. Quella donna, a cui non basta una nuova pasticca per lavastoviglie per appagare tutti i suoi bisogni né per realizzare le sue aspettative di vita, esiste.
È forse la donna in carne ed ossa, che desidera esercitare diritti reali, {{realizzare la sua persona in molteplici modalità di essere}}, vuole scegliere a cosa aspirare nella propria vita, cosa sognare oltre ad ottenere dei piatti splendenti e per quale motivo sorridere
Dare per certo che l’intelligenza di una donna e la sua intera esistenza si realizzino in un’unica altissima aspirazione, quella di rendere sempre più brillanti le stoviglie ed essere magari considerata un’ineccepibile casalinga, è a dir poco sconvolgente.
Il detersivo Finish 4 è pubblicizzato come l’unico raccomandato per la corretta manutenzione delle lavastoviglie “anche dal loro sorriso”, come afferma la voce guida sul finire dello {spot}. Il sorriso a cui si allude è quello delle 9 donne dal volto raggiante, precedentemente inquadrate. Con questa critica pubblicitaria vogliamo dare volto a quell’unica donna su dieci, che non è stata inquadrata, che non sorride per lo splendore del vetro di un bicchiere, che forse non sorride perché ne ha motivo.
Vorremmo quasi credere alla pubblicità e sperare che siano solamente una su dieci le donne costretta a lavori domestici faticosi quotidianamente. Eppure, neanche a questo possiamo dare retta. Oltre a riconoscere che un piatto ben lavato non costituisce motivo di soddisfazione reale per nessuna, dobbiamo sapere che la statistica presentata dalla pubblicità non è valida neanche per quanto riguarda i numeri.
Purtroppo corrisponde a molto più di un decimo il numero di {{donne che si ritrovano a svolgere il ruolo di casalinghe contro la propria volontà}}, relegate a mansioni di cura domestica e familiare, che si ritrovano a farlo da sole, senza essere retribuite, spesso vittime di soprusi. Sono ancora tante le donne schiave, {{figlie di una tradizione culturale di stampo patriarcale}}, non assistite a livello sociale e private di qualsiasi possibilità di scelta.
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