Non è il caso di scandalizzarsi perché è secondo costume italico?
“Noi donne calpestate non possiamo tacere” è il titolo apparso in prima pagina al quotidiano La Repubblica (21 gennaio) per un intervento di Giulia Bongiorno deputata finiana e presidente Commissione Giustizia della Camera. Su che cosa non possiamo tacere? C’è un’indagine in corso in cui è implicato Berlusconi con l’accusa di reati pesanti perché riguardano donne pagate per prestazioni sessuali in numerosi festini a luci rosse nelle sue case.
_ Un giovane uomo intervistato a bruciapelo ha risposto che quello che fa il presidente del Consiglio è in sintonia con il costume italico, per esempio, dei professori universitari o giù di lì che in cambio di buoni chiedono favori sessuali alle studentesse di bella presenza.
Tutto regolare quindi. Proprio quello che ha detto anche{{ Ruggero Guarini }} del Foglio alla trasmissione su La7 (21.1) di Daria Bignardi.
_ L’ex senatore Pdl {{Guzzanti}} aveva raccontato un episodio in occasione di un convegno del partito di Berlusconi. In prima fila c’erano delle belle ragazze, mentre ministri e deputati sedevano dietro.
_ Alla fine Guzzanti si avvicina al cavaliere circondato dalle giovani donne e si sente dire più o meno : “hai visto quella che bella figa ; l’hai toccata nel culo?”.
Il commento del vecchio signore giornalista di Ferrara è stato che non è il caso di scandalizzarsi perché è costume, è tradizione.
_ Berlusconi infatti si comporta e la pensa secondo la cultura degli italiani e delle italiane. Come scrive la Bongiorno l’obbiezione dei berlusconiani è che si tratta di “questioni attinenti alla vita privata del premier e che dunque –appunto per questo-dovrebbero riguardare soltanto lui e la sua coscienza.”.
La [Bongiorno->http://donnedellarealta.wordpress.com/2011/01/21/lettera-di-giulia-bongiorno-a-repubblica-noi-donne-calpestate-non-possiamo-tacere/], da brava avvocata quale è, tralascia la parte giuridica delle note vicende che hanno nelle sedi appropriate il luogo del dibattito e poi dell’eventuale giudizio, per ricordare che ciò che dovrebbe far saltare sulle sedie le donne è il reiterato modo di esternare di Berlusconi sul genere femminile.
_ La sua, sulle donne, è un’opinione nota: lui le apprezza soltanto se giovani e avvenenti “al punto da far passare in secondo piano requisiti di ben altro spessore”.
{{Bossi}}, che ben conoscendolo mette spesso in scena l’umore viscerale dei maschi italiani, lo ha espresso in forma di domanda : “E se non gli piacessero le donne?”.
_ Di che piacere si tratta? Si tratta del piacere che gli uomini traggono dal corpo delle donne.
_ Le donne devono semmai resistere. Ne hanno il dovere. Circolano ancora frasi chiave nelle famiglie a scopo educativo: “chiudi le gambe, non fare il maschiaccio!”; “aiuta la mamma e poi va a giocare”; “tuo fratello è un maschio: certi lavori non li deve fare” .
_ I padri: “devi vedere come mio figlio, 13 anni, guarda le fighe!”.
Scrive lo psicoanalista[ Massimo Recalcati->http://ilgiornalieri.blogspot.com/2011/01/perversione-narcinista-e-narciso-e.html]:“…. sa dire alla gente ciò che la gente vuole sentirsi dire perché è un raffinato conoscitore della natura del godimento. (…) Il consenso che Berlusconi continua a riscuotere è assai più agghiacciante dei suoi comportamenti patologici perché mostra che nel nostro tempo si può avere fede solo negli oggetti di godimento e non in altro”. (Il fatto quotidiano, 21.1) .
La psicoanalista [Simona Argentieri ->http://www.zeroviolenzadonne.it/rassegna/pdfs/9795e4fb7fa3f427249c38821d869430.pdf] ritiene Berlusconi affetto da una sessualità tipica dei maschi in ruoli di potere (La Repubblica, 20.1) : l’atto sessuale e il desiderio sono al servizio di altri bisogni di conferma narcisistica dell’identità.
_ Il sesso non è agito per la relazione ,ma un test della propria prestazione. La svalutazione delle donne oggetto di consumo compulsivo e nel contempo vissute come minacciose a livello dell’inconscio, si accompagna all’idealizzazione del mondo dei propri simili.
[Alessandro Campi->http://213.215.155.40/stories/Prima%20pagina/329189/] su il riformista ( 18.1) scrive con grande acume che Berlusconi a torto è ritenuto un uomo della modernità. E’ invece “un italiano maschio degli anni ’50 (…) uno che non si è mai schiodato dalla formazione ricevuta nell’adolescenza, al tempo stesso libertina e parrocchiale, licenziosa e bigotta ,come per la gran parte dei suoi coetanei all’epoca. (….) Ma, adesso si conosce meglio anche l’altra faccia di questa educazione vagamente retrò e profondamente intrisa di ipocrisia e di doppiezza piccolo-borghese, che ne fa al dunque un conservatore blando e pragmatico ma proprio per questo disponibile a ogni compromesso materiale e poco sensibile ai rigori dell’etica: un padre di famiglia premuroso che però non disdegna di trascorrere una serata al bordello con gli amici, un maschilista incallito che- ad eccezione della moglie della madre- ritiene tutte le altre donne puttane e peccatrici.”.
E{{ le donne, le giovani donne }} emancipate del post femminismo diplomate e laureate che utilizzano il proprio corpo per ottenere magari una candidatura in parlamento e poi quelle che già in parlamento lo difendono addirittura con passione? Sono davvero lontane dalle loro mamme che ripetono i mantra di un tempo passato: “gli uomini ci provano, hanno i loro bisogni “?
Sono unite da un assetto normativo implicito della tradizione: il corpo delle donne resta al servizio del genere dominante: o per procreare e così garantire la discendenza, o per il piacere. D’altronde l’enfasi della Chiesa e dei politici cattolici sulla necessità di far ripartire un trend delle nascite positivo in Italia, mai e poi mai fa riferimento alle vere cause della caduta della natalità: la scarsità dei servizi per l’infanzia e in genere del Welfare e ,non ultimo, la maggiore difficoltà per le donne a trovare lavoro e a mantenerlo dopo una maternità, ecc..
_ C’è anche implicito o addirittura esplicito condanna delle donne, ritenute ora più egoiste ,più prese dalla “carriera” e quindi meno inclini a fare figli. Le ragazze “che ci stanno”, le madri a casa, le une e le altre abitanti degli schermi televisivi a vario titolo, giostrate da uomini in svariati ruoli, sono lo scenario consueto del potere politico –vedi la rappresentanza da destra a sinistra- che resta saldamente in mani maschili.
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