Anche il secondo incontro di “Punto G: genere e globalizzazione”, tenutosi a Genova lo scorso sabato 22 gennaio, è statu produttivo.
Provo ad esprimere, in modo assolutamente arbitrario e personale, le mie impressioni sull’incontro illustrando brevemente gli accordi raggiunti.C’era da condividere organizzazione, contenuti ed articolazione dell’evento in modo da dare un “corpo” all’idea di realizzare un secondo “Punto G”, a dieci anni dal primo.
_ E c’era da capire meglio il contesto nel quale inserire la nostra iniziativa che, come ci siamo dette fin dal primo incontro, desiderava manifestare analisi, pensieri e pratiche di genere mantenendosi interna al percorso di tutti gli altri soggetti che sono al lavoro per costruire a Genova, dieci anni dopo, occasioni di incontro e di confronto.

La presenza all’incontro di sabato di donne (singole o espressioni di gruppi) differenti rispetto al primo incontro ha permesso di ripercorrere i perché di un secondo “Punto G” e ha evidenziato un interesse che si sta positivamente allargando (anche perché chi era presente la prima volta ha confermato la propria partecipazione alla costruzione dell’iniziativa).

La discussione, aperta dalle amiche di “Marea” (che sono e saranno , se possiamo dire così, le coordinatrici/facilitatrici del lavoro collettivo) si è svolta in un clima sereno e positivo, dentro il quale anche le differenze di punti di vista hanno avuto il sapore di una ricchezza di contenuti piuttosto che di “scontro” di posizioni. Non so se sarà sempre così ma intanto è un buon inizio.

{{Abbiamo confermato i perché dell’iniziativa}}: riprendere dopo 10 anni i contenuti della “Carta di intenti” del primo Punto G per ripuntualizzare, riaggiornare ed anche riconfermare analisi, prospettive,percorsi, pratiche sociali e politiche.
_ Cercando se possibile di evitare alcune tendenze improduttive: il “reducismo” che tenderebbe a mitizzare il bel tempo che fu senza consentire di cogliere i limiti anche soggettivi che ebbe il “Punto G” del 2001, il “separatismo” che rischierebbe di farci sottovalutare la durezza dei rapporti di forza attuali dentro un’improbabile mitizzazione delle nostre potenzialità femminili (nessun “dio” ci salverà ma nemmeno nessuna”dea”), il “resistenzialismo” che , seppur comprensibile visti i tempi difficili che ci tocca di vivere, ci costringerebbe ad essere troppo schiacciate sul presente quando invece c’è bisogno di immaginare un futuro.

Il secondo “Punto G” vuol essere, anche arte,danza,teatro, musica,piazza. Non solo per mettere in rete i “cento” linguaggi che caratterizzano il protagonismo delle donne ma per regalarci momenti in cui corpo e mente, razionalità e sentimento, realtà e desiderio possano trovare feconde contaminazioni.

L’articolazione sul venerdì pomeriggio, sabato e domenica mattina (esattamente {{24,25 e 26 giugno 2011}}) può consentire di tenere insieme eventi e sessioni differenti.

Abbiamo pensato di strutturare {{due sessioni tematiche}} ( sulla laicità e sul “corpo delle donne”) nelle quali mettere a confronto analisi,riflessioni,punti vista di donne differenti per formazione e provenienza geografica.
_ Ed abbiamo anche convenuto sulla {{necessità di dare vita a “laboratori”}} preparati e coordinati collettivamente su “lavoro/welfare/diritti” – “ambiente/sviluppo/sostenibilità” –“sicurezza/violenze/guerre”- “salute/sanità/benessere”.

Proporremo {{spazi di teatro, musica, una “femfest” }} (feminist fest)notturna di danza “scatenata”, e un momento di piazza per renderci visibili e tenere i piedi per terra.

E ci siamo dette che, la domenica, potremmo organizzare una {{tavola rotonda}} sui temi di cui discuteremo il sabato ed immaginando anche un’iniziativa “speciale” che preferiamo per ora non… svelare nei dettagli.
Si inviteranno, fin da subito, tutte le donne interessate a costruire l’iniziativa di organizzare, nelle proprie città e paesi, incontri per pubblicizzare e presentare “l’evento” e raccogliere qualche euro (e non solo “qualche”, please).

Le dolenti note sono, infatti, di natura squisitamente finanziaria. I grandi desideri non sono sostenuti dalle necessarie risorse economiche e quindi ciascuna di noi dovrà essere impegnata a “battere cassa”, eppure in modo intelligente e dignitoso, in ogni contesto possibile.

Per avere ulteriori informazioni invito a visitare il sito di “Punto G” ([http://puntoggenova2011.wordpress.com->http://puntoggenova2011.wordpress.com]/) o scrivere a [monica.lanfranco@gmail.com->mailto:monica.lanfranco@gmail.com]

Nicoletta Pirotta – IFE Italia (Iniziativa Femminista Europea)