Puglia: multe e liste elettorali
Anche nelle elezioni del 2010 I partiti hanno disatteso quanto
esplicitamente indicato nella legge elettorale del 2005 che disponeva, il
pagamento di multe in presenza di un sproporzione tra i sessi nella
formazione delle liste elettorali. Anche nel 2010 la sproporzione risulta a svantaggio del sesso femminile.
Anche nel 2010 Il Presidente della Regione ha disposto gli importi relativi
a ciascuna lista presentata per la competizione elettorale
Accadde già nel 2005, per la prima volta, in conformità alla nuova legge
elettorale, fu emanato il decreto del Presidente che attribuiva ai partite
le multe per la mancata osservanza dell’ articolo 3. Nel 2005, è bene
ricordarlo, nessun partito versò nelle casse regionali le somme dovute.
Inutile ricostruire il balletto delle dichiarazioni e degli impegni che
portarono alla totale inefficacia del decreto inefficacia agevolata anche
dall’assenza di norme sanzionatorie.
Siamo nel 2011, le donne sono scese in Piazza il 13 febbraio con una
presenza imponente per chiedere dignità, per esplicitare il loro disagio in
una società che continua ad ignorarne le loro capacità, la loro ricchezza,
il loro punto di vista.
Abbiamo letto tutte le parole dei partiti concordi nel lamentare questo
deficit di democrazia ma, le parole non hanno più dignità in questo
contesto.
Noi chiediamo che tutti compiano degli atti. Abbiamo chiesto un ordine del
giorno, proposta accolta per ora, dai Presidenti dei due gruppi Consiliari
Sel e la Puglia per Vendola ma che auspichiamo raccolga le firme di tutti i
rappresentanti dei Partiti presenti in Consiglio Regionale con una azione
trasversale che concretizzi gli impegni e le parole fin qui espresse.
Noi chiediamo che nel 2011 le multe siano pagate e che le somme non siano
indifferentemente destinate ad un qualsiasi capitolo di bilancio regionale ma
che possano servire, ad invertire una sempre più significativa assenza
femminile all’interno del Consiglio regionale.
Se davvero si vuole un cambiamento, noi chiediamo che tali introiti siano
destinati al funzionamento ed potenziamento degli organismi di parità
regionali che continuano ad esistere grazie alla dedizione ed al contributo
delle donne che vi partecipano anche in totale assenza di risorse
finanziarie
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