La violenza non va in vacanza
Sentir parlare di violenza sulle donne è ormai purtroppo abituale, di tutt’altro effetto imbattersi all’improvviso nella ferocia di un ragazzo che malmena una ragazza alla luce del sole. Non curante delle macchine che passano loro accanto, la blocca se tenta di difendersi e non teme di dover nascondere o controllare la sua brutalità. Poi la lite terminerà. La coppia raggiungerà i propri amici sulla spiaggia come se niente fosse avvenuto. Anzi, come se fosse sempre avvenuto. Una storia di ordinaria follia.
_ In una tranquilla mattinata di metà agosto, sulla costa del basso Lazio i villeggianti lasciano le loro macchine lungo la statale per scendere in spiaggia a prendere il sole. Un sole forte, caldissimo. Sotto questo sole, bambine e bambini giocano felici sul bagnasciuga, i genitori si rilassano, consumano gelati, leggono riviste. Coppie di innamorat@ passeggiano in riva al mare, ridono e scherzano. Sotto lo stesso sole una coppia non scherza affatto.
{{Un ragazzo picchia una ragazza}} a pochi metri dalla spiaggia, dietro il guard-rail, sulla statale, proprio accanto alle macchine incustodite dei bagnanti. Lei piange, ma lui non si ferma e continua a ferirla e a insultarla, gridando più forte delle sue lamentele. Una scena raccapricciante.
Per coincidenza, lo stesso giorno “Il Messaggero” pubblica {{l’intervista a Dacia Maraini sul crescere delle violenze sulle donne che spesso sfociano in omicidi}}. Il perno del discorso ruota attorno alla mentalità del maschio italiano, cresciuto{{ in una cultura patriarcale e misogina, in cui la donna è rappresentata come preda}}. L’uomo si considera predatore, ossia colui che, tradizionalmente, uccide l’animale che fugge. Così, {{l’uomo contraddetto, tradito, abbandonato, si sente autorizzato a uccidere la “sua”donna}}. Un sillogismo facilmente verificabile a causa del senso del possesso tipicamente italiano – ma non solo – di cui è necessario invertire la tendenza.
_ Occorre modificare la {forma mentis} delle persone, educarle alla {{parità di opportunità e di diritti nel rispetto delle diversità}}.
_ Parallelamente e in maniera più rapida si può agire modificando le {{leggi, troppo permissive in materia di violenza}}.
Dacia Maraini denuncia l’abuso di donne semi-nude in televisione, incentivo a diffondere la concezione di preda sessuale. Certamente non bastano simili modelli altamente diseducativi a scatenare forme di violenza contro le donne, ma tali {input}, combinati con canali di socializzazione sbagliati possono risultare fatali.
In una bella giornata d’estate, in cui sembra che il mondo intero voglia godersi le vacanze {{ci sono donne per le quali non esistono vacanze}}. Tante persone se ne vanno in ferie, si riposano e si divertono, ignare delle tante altre, che nello stesso momento subiscono abusi e soffrono. Non si godono il {relax} e per loro non esiste alcun riposo. Diamo per scontato che i momenti per noi piacevoli lo siano per tutt@, dimenticando che, non lontano da noi, per alcune donne quegli stessi momenti possono essere infernali. E il medesimo luogo, vissuto da tante persone come allettante meta balneare può essere un posto di tortura per una ragazza, che viene picchiata dal proprio ragazzo.
Con maggior facilità in un giorno come il 15 agosto ci dimentichiamo di chi sta male. Se noi siamo spensierat@ siamo maggiormente portat@ a credere che sia per tutt@ un giorno di festa. Poi, mentre stiamo per andare serenamente in spiaggia, una scena come questa ci riporta alla realtà.{{ La violenza fisica o sessuale sulle donne non va mai in vacanza}}.
Lascia un commento