A Milano qualcosa si muove
Torreglia, Padova, seminario: “La crisi dell’autorità maschile e paterna: un confronto fra donne e uomini” organizzato dall’associazione “Identità e differenza” di Asolo, alla fine di maggio. Sono incontri annuali che vengono organizzati da quest’associazione da molto tempo.C’erano metà uomini e metà donne, alcuni nomi significativi, accomunati dal desiderio della politica per un potere che si trasformi nella cura del mondo e non sia solo condivisione dell’esistente.
_ Ha appena vinto Pisapia: “la politica gentile”, con pochi soldi, senza tv e senza governo. C’è chi dice che sia merito della popolazione di internet, dei giovani e delle giovani. A me solo questo non basta, anche se è un segnale davvero importante.
Mi interessa capire un di più: perché quest* giovan* hanno creduto in una politica “gentile”. Credo che questo aggettivo nuovo che definisce in modo insolito la politica abbia un ruolo significativo, quasi un riinizio nella crisi pubblica del maschile e di “ quel che resta del padre”, del suo ordine simbolico e del bisogno, magari inconscio, di altri simboli per una differente relazione col resto del mondo. Dati i confini chiusi di questa idea pubblica e privata, partitica e religiosa di uomo.
E proprio a Torreglia ho sentito qualcuno dire che sarebbe stato importante indagare meglio la vincita di Pisapia, per vedere se il modello maschile poteva uscirne diverso.
_ Ho pensato: ha ragione, è accaduto qualcosa e forse solo qui poteva essere intuito…
Il leader, il capo, il blasfemo unto del signore, il macho, il cielodurismo che sembravano uniformare a lungo il desiderio del potere, del denaro e incentivare la sessualità bulimica e solitaria, il maschio indefinito di centro che non si scopre quasi mai ( forse per non spaventarsi) a cui molti maschi di destra e di sinistra guardavano, con Pisapia sembra essere andato fuori target e non attirare più molto donne e uomini di diverse età.
_ La potenza di questi simboli rampanti non incanta più tanto, come invece molti politici, politologi e molto femminismo “di stato” credevano, appena un mese fa. Neanche loro si erano accort* che il maschio in cui si erano confusi aveva stancato perfino i loro figli e le loro figlie.
In effetti Pisapia lo sento come un altro modello maschile, non lo vedo salire sul predellino per arringare le folle en passant.
_ Non lo conosco da vicino, ma conosco per lunga frequentazione quelli della sinistra e so che si trasformano quel tanto che basta per ottenere il potere, per trasformarlo davvero è un’altra storia.
_ Di cambiare ottica, come dicono le femministe, non se ne parla abbastanza, non avrebbero mai partorito i signori del potere un aggettivo come “gentile”.
_ Il giudizio degli altri colleghi maschi sarebbe stato un problema… E davvero in Pisapia mi pare si veda, non so quanto cosciente, una differenza maschile fino ad ora pubblicamente invisibile.
Ci vuole coraggio come uomo, in questo mondo di uomini, per parlare al mondo di una politica gentile. E’ un termine che mi sorprende per quello che significa e che avrei voluto vedere nascere da tempo dentro la sinistra. Ci vuole un bel coraggio a spostare così lo sguardo, in una politica dove l’arroganza e la maleducazione brilla(va)no e la gentilezza poteva solo essere una qualità femminile, neppure tanto interessante.
Si accorgeranno Pisapia e la sua gente di quanto rappresentino una differenza maschile? Di quanto simbolicamente diverso è l’esperimento che tentano di mettere in piedi? Gli ho sentito dire che cambierà sicuramente solo quelli che politicamente hanno ottenuto un posto al sole, varrà per tutt*?
Leggo che si chiede una squadra col 50&50 di rappresentanza tra i sessi, ma circolano per le donne gli stessi nomi che, a Milano, avrebbero circolato se avesse vinto Veltroni o D’Alema o Prodi e Fassino o se si fosse vinto con Casini.
La novità riguarderà anche una differente sapienza femminile e si cercherà anche per le donne una rappresentanza non di “stato”? Ci sono in giro donne che non vogliono condividere il potere ma trasformarlo, verranno viste?
E non vuol dire che ci vogliono donne solo giovani, vuol dire che ci vuole un cambio profondissimo di sguardo e che altre, che non condividono il potere, l’hanno cercato: questo sguardo diverso. Ci vuole un cambio di prospettiva, un cambio di cervelli con cui analizzare in altro modo gli avvenimenti.
Qualcosa si muove proprio a Milano. Ad esempio è accaduto “non per caso” col Sottosopra “Immagina che il lavoro..” della Libreria delle donne di Milano che è riuscito a far iniziare in città un’Agorà del lavoro aperta a tutt*, per discuterne insieme in una ideale piazza comune e non solo nei luoghi deputati o a Torreglia, dove finalmente uomini e donne riescono a parlare della crisi del maschile senza farne un moloch innominabile.
E dove, se si pensa che c’è una crisi del maschile e del paterno, non vuol dire che se il maschio non sta più al centro del mondo: il mondo finisce.
_ No, forse il mondo deve solo prendere atto e diversi maschi se ne stanno accorgendo che l’uomo non sta da solo nel mondo e che non è così che si pareggia il potere femminile del dare e curare la vita, se la sua crisi, come molte stanno dicendo, nasce da questo…
Mi auguro che la politica gentile di Pisapia sappia vederlo tutto il cambiamento di cui può essere portatrice e che i partiti che l’hanno sostenuto e che hanno saputo non essere invadenti in fase elettorale, lo lascino lavorare all’elaborazione di una inedita gentilezza della politica che servirebbe a tutt*, partiti compresi, come laboratorio del futuro in cui cominciare a vivere insieme un po’meglio.
_ Un “gentile” a cui pare non (ho) cred(ut)o solo io, che non abito a Milano.
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