Ripensare la sicurezza della città: a partire dai trasporti
Pubblichiamo il testo di una lettera aperta, sottoscritta da una rete di associazioni femminili operanti sul territorio, alla Sindaco di Genova , agli assessori di competenza comunali e regionali, al presidente AMT (Azienda Mobilità e Trasporti di Genova), ai capigruppo in Comune etc etc.. circa il problema della mobilità, ma non solo… …Eppure il vento sta cambiando ma le soluzioni elaborate per risolvere i
problemi cruciali della città da Politici e Tecnocrati a capo delle Aziende
genovesi, continuano a penalizzare fasce di popolazione con reddito medio basso,
uomini e donne.
_ Ma è innegabile che siano proprio loro, le donne, a subire
maggiormente l’impatto di queste scelte nella vita di tutti i giorni.
Smantellamento dell’assistenza domiciliare agli anziani, crescita progressiva
delle tariffe degli Asili Nido, diminuzione degli aiuti alle famiglie che
assistono portatori di handicap e malati gravi sono tutte misure che si rivelano
pesantemente discriminatorie per chi, donna, già fa fatica a permanere in un
mercato del lavoro che pretende flessibilità e prolunga gli orari di lavoro e in
cambio offre stipendi inadeguati a fronteggiare l’inflazione e aumenta l’età
pensionabile.
La decisione di ridimensionare il servizio di trasporto pubblico non fa che
aggravare un quadro già di per sé critico.
_ Non possiamo che ritenerla
l’ennesimo provvedimento preso “a senso unico” da una classe dirigente e
politica che sentiamo sempre più distante dalla realtà di tutti i giorni, quella
vissuta dalle cittadine e dai cittadini di Genova.
Una scelta che affossa definitivamente le riflessioni e i progetti che le
Associazioni firmatarie di questa comunicazione avevano sottoposto
all’attenzione della Pubblica Amministrazione.
_ Il nostro intento era quello di
portare un contributo che pensavamo utile per perseguire quegli obiettivi di
trasparenza, condivisione e sicurezza che sembravano essere priorità
imprescindibile per i nostri politici.
_ Adesso ci viene il dubbio di avere bussato
alla porta sbagliata e di essere state accolte come un fattore di disturbo da
sopportare piuttosto che ascoltare.
Riteniamo che il termine “Città sicura”, così ampiamente promosso
dall’Amministrazione genovese, non possa che rimanere un concetto astratto e privo di fondamento se le scelte operate continueranno a non tenere conto del relativo impatto sociale sulle diverse fasce di popolazione.
Le modifiche alla mobilità penalizzano certamente tutta la cittadinanza ma diventano elemento di forte criticità soprattutto per chi, donna, è ancora oggi bersaglio “privilegiato” di aggressioni e violenze.
E’ evidente che dover aspettare anche più di mezz’ora ad una fermata
dell’autobus se si fanno turni serali accresca lo stress e la fatica di ogni
giorno per chiunque, ma per una donna significa anche essere maggiormente esposta dal punto di vista della sicurezza.
Ancora una volta è mancato l’ascolto del punto di vista delle donne, dei loro bisogni e delle loro priorità. Ancora una volta è stata discriminata una fascia di popolazione già pesantemente colpita dai tagli imposti ai Servizi sociali.
Eppure: “{le donne rappresentano un ottimo metro di misura per la qualità dei nostri
spazi pubblici. Se progettiamo i nostri sistemi di mobilità per offrire un
servizio di qualità a tutte le donne [e gli uomini] in ogni situazione, arriviamo
a ottenere un sistema di trasporto completamente diverso. E migliore. _ Se
consideriamo l’intero spettro delle situazioni economiche, dei limiti alla
mobilità, dei doveri quotidiani che si presentano a una donna durante l’arco
della sua vita arriviamo a mettere a punto una serie di criteri progettuali e di
soluzioni che non serviranno meglio solo le donne, ma l’intera società}.”
(fonte:
[http://nuovamobilita.wordpress.com/chi-siamo/about/il-piano-a-per-una-nuova-mobilita/->http://nuovamobilita.wordpress.com/chi-siamo/about/il-piano-a-per-una-nuova-mobilita/])
Per tutte queste ragioni pensiamo che il concetto di sicurezza nella città è da ripensare e da completare e non può continuare ad ignorare le priorità e i punti di vista delle donne.
I progetti e le realizzazioni urbane di domani devono essere oggetto di una attenzione particolare ispirandosi ai codici di buona condotta.
_ Viviamo quotidianamente un sistema di trasporti che presta molta più attenzione alle auto e alle loro necessità che all’intera popolazione con i suoi bisogni molto differenziati.
_ Avremmo invece bisogno dell’incremento della mobilità per tutti
che comprenda scelte più democratiche e concrete tra trasporti individuali e collettivi.
Infine ci piace ricordarvi che il sentimento del vivere in sicurezza partecipa e contribuisce alla coesione sociale.
La nostra proposta, quello che desideriamo si applichi nel presente e nel futuro, per noi, per i/le nostr* figl*, riguarda scelte organizzative che permettano a tutte le donne e, in particolare, a quelle più sfavorite e isolate, di poter disporre di tutte le facilitazioni di accesso ai trasporti, per muoversi liberamente e in piena sicurezza, per godere pienamente della vita economica, sociale e culturale della città.
A tal fine chiediamo a tutti voi di pronunciarvi in merito dandoci la vs.
opinione. Da parte nostra continuiamo ad essere disponibili a collaborare in maniera propositiva affinché si individuino linee di azione realmente positive e non discriminatorie nei confronti delle donne.
Nella speranza di ricevere una Vostra cortese e sollecita risposta inviamo a tutti voi i più cordiali saluti
Associazione Usciamo dal Silenzio – Luisa Parodi
_ Associazione Spa politiche di donne – Loredana de Paoli
_ Associazione UDI “25novembre2008” Genova – Angela Catania
_ Associazione CO.LI.DO.LAT. – Graciela del Pino
_ Associazione LILA – Sabrina Licheri
_ Arcilesbiche Genova – Ostilia Mulas
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