Il filo della scomodità per la tela di Penelope
“Noi donne” (Cooperativa libera stampa) ha inaugurato una nuova iniziativa editoriale raccogliendo in un libro gli articoli di Giancarla Codrignani pubblicati dal 2005 ad oggi nelle pagine del mensile ed ora riaccorpati in otto capitoli, rendendo più significativa la rilettura dei testi.”In movimento”, “I corpi delle donne”, “Violenza di genere”, “Lavoro”, “Mondi”, “Non violenza”, “Religione e laicità”, “Politica e rappresentanza”, i titoli dei capitoli, non solo indicano in modo ampio i campi d’intervento dell’autrice ma, come dice Clara Sereni nella prefazione, riorganizzano gli scritti “in una costruzione nuova che li lega e li valorizza l’un l’altro, dando conto di un disegno più ampio di quello che può apparire a chi [ … ] legga di volta in volta gli interventi di Codrignani nelle pagine della rivista”.
“Stiano pure scomode, signore” – il titolo accattivante scelto dalla stessa autrice – non fa che esplicitare l’invito alle donne , peraltro sotteso in tutta la sua produzione giornalistica non solo su Noi donne, a praticare quella capacità di rimettere in discussione ordini e assetti costituiti con libertà femminile, cioè di stare ed essere scomode al sistema, sfuggendo alla tentazione dell’omologazione. La ‘scomodità’ nella sua doppia accezione può diventare il filo con cui “riprendere a tessere la tela di Penelope” ogni volta che sia possibile.
Oggi, mentre alcuni sindaci di metropoli o città (Milano, Torino, Bologna…) nominano giunte al 50e50, questa pratica va ricordata con le parole stesse di Giancarla Codrignani nel maggio 2007: “Lo spreco del contributo culturale e sociale delle donne è così grande che dà meraviglia vedere che le donne lo accrescono, facendo il {maternage} alla politica dei maschi e sostenendo il modello neutro. Accettare che la salvezza della patria, della sinistra, del partito, del segretario del partito venga prima degli interessi delle donne, significa che saremo sempre cooptate sul prinicipio della maggior fedeltà agli obiettivi scelti da un’entità politica maschile e, di conseguenza, costrette all’omologazione” (pag. 117).
Per mettere meglio a fuoco il contributo che Giancarla Codrignani ha dato e può ancora dare alla politica delle donne – ed anche a molte di noi singole donne che entrano in relazione con lei – c’è alla fine del libro “una conversazione” a cura di Tiziana Bartolini, svoltasi a fine progetto libro nel dicembre 2010. Si ripercorrono temi politici ed impegni di una donna che continua ad essere in rete con tante altre, ma anche – con toni e parole di grande semplicità e trasparenza – qualche ricordo dell’infanzia, alcune scelte di vita personale e il bisogno di amicizia (“qualche coccola” che serva a risarcire delle fatiche, quello “scambio” che serva a “scaricare le negatività del vivere”).
I proventi di questo libro andranno a sostegno della Cooperativa Libera Stampa. Come detto per “Noi donne” da Nadia Angelucci e Tiziana Bartolini in una recente presentazione alla Casa internazionale delle donne, il libro potrebbe diventare il primo di una serie di raccolte di articoli di altre collaboratrici del giornale.
{{Giancarla Codrignani}}, {Stiano pure scomode, signore}, Editrice cooperativa libera stampa, Roma, 2011, pagg. 165, euro 12
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