Approvata definitivamente dalla Camera con voto bipartisan (438 si, 27 no e 64 astenuti) la legge che introduce le quote rosa nei consigli di amministrazione delle aziende quotate in borsa e delle società a partecipazione pubblica. In base a questa legge, i Cda dovranno essere composti da un quinto di donne a partire dal 2012 (20% nel primo mandato) e da un terzo dal 2015 (il 33,3% nel secondo mandato).Le nuove regole entreranno quindi a pieno regime nel triennio del mandato 2015-2018.

Per {{Anna Finocchiaro}}, presidente del gruppo del Pd del Senato: “Oggi si conclude felicemente un percorso cominciato al Senato per riequilibrare la presenza delle donne nei Consigli di amministrazione delle società quotate, un percorso che ha visto mobilitate le parlamentari di entrambi gli schieramenti. L’introduzione delle quote rosa nei Cda, anche se avverrà giustamente in modo graduale, centrerà tre obiettivi: gioverà alle aziende, riequilibrerà la distribuzione del potere tra i generi rendendo la società italiana più democratica e più europea, costituirà un esempio per altri settori. La politica da oggi ha meno alibi, è chiaro che il prossimo passo è portare più donne in Parlamento”.

“Forse non è quello che avremmo voluto – dichiara {{per l’UDI nazionale, Pina Nuzzo}} – e passeranno decenni prima di liberarci dall’espressione ‘quote rosa’ con tutto quello che significa, ma in politica occorre avere lo sguardo lungo. Immettere una discontinuità in comportamenti consolidati produce effetti che non possiamo prevedere e che non possiamo controllare.

Non possiamo sapere oggi cosa penseranno e cosa faranno la donne che entreranno, per legge nel 2012, nei consigli di amministrazione, sappiamo per certo che ci saranno più donne. Possiamo anche azzardare che non saranno penalizzati – come dicono alcuni – il merito e la competenza, perché “a pari merito” in questo nostro paese la parola d’ordine è: prima i maschi vecchi , poi i maschi.”

Entro sei mesi la Consob dovrà pubblicare il regolamento di attuazione con le sanzioni in caso di mancato adempimento delle norme.

In [Ricominciamo (almeno) da tre ->http://www.ingenere.it/articoli/ricominciamo-almeno-da-tre] un’analisi del sistema norvegese porta alla conclusione che sia necessaria una massa critica (almeno tre) per poter avere un mix di idee e competenze che rafforzi la presenza innovativa delle donne nei CdA e quindi che la legge italiana non potrà avere sostanziali riusltati di mutamento del sistema.

{v. in kila.it } [“Si definitivo alle quote di genere nei consigli d’amministrazione”->http://www.kila.it/archivio-consigliera-di-parit-regionale-/s-definitivo-alle-quote-di-genere-nel-cda-delle-societ-quotate.html]