Hanno riscoperto la “spending review”
Da fonte Ansa: “Via libera alla ‘spending review’, ovvero la revisione integrale della spesa pubblica. …. La misura consente di avere per la prima volta un metodo per la riduzione della spesa. La norma impegna in particolare il ministro dell’Economia, d’intesa con i ministeri interessati, a presentare al Parlamento entro il 30 novembre 2011 un ‘programma per la riorganizzazione della spesa pubblica’”.Sempre l'[Ansa->http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/associata/2011/09/03/visualizza_new.html_728635505.html] aggiunge: “La commissione Bilancio del Senato ha approvato un emendamento alla manovra a firma del senatore Pd Enrico Morando, che è stato accolto dal relatore e riformulato”.
La lunga nota di agenzia è titolata “Si a ‘spending review'” e giustamente in apertura traduce: “revisione integrale della spesa pubblica”: mi chiedo se non ci sia in chi ha redatto la nota una sottile vena di ironia. Nel momento in cui si annunciano lacrime e sangue per chi giornalmente fa con metodo la sua revisione di spesa, con un termine inglese pensano di aver trovato l’asso nella manica? Cosa è stato fatto in tutti questi anni di crisi? Sono andati avanti senza metodo? Eppure già [Padova Schioppa fra il 2007 e il 2008->http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002410.html] aveva messo al lavoro una commissione presso il competente ministero
Certo, i settori individuati come campi da riorganizzare sono pure quelli giusti, ma li scoprono solo ora? Un solo esempio: il settore diplomatico! Una qualunque di noi che ha avuto contatti con quel mondo sa delle assurdità che ci sono (es. spedizione andata e ritorno dei mobili per chi va per qualche anno in sedi consolari all’estero).
Forse prima di mettere in lista qualche futuro/a possibile onorevole dovremmo pretendere un corso di economia domestica, nel senso letterale del termne: nella Commissione bilancio del Senato ci sono solo due donne. E noi donne dovremo più spesso far le pulci ai programmi economici.
Ciliegina finale: “la razionalizzazione di tutte le strutture periferiche dell’amministrazione dello Stato e la loro tendenziale unificazione in un ufficio unitario a livello provinciale”. Si trova sempre il modo di salvare il ruolo delle Province.
{immagine da: corriereuniv.it}
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