Come si costruisce oggi l’immaginario di maschi e femmine? di bambini e bambine? come è il nostro, di persone adulte? Come giocano gli stereotipi identitari, a partire da quelli sessuali, nelle relazioni e nel lavoro educativo? Uguali. Sì. Diversi. Sì. Mica facile.E’ necessario un cambiamento culturale per la sicurezza di ognuno/a, poiché il femminicidio dilagante preoccupa le donne e interroga gli uomini e per la convivenza amorevole di uomini e donne, di qualsiasi età e orientamento sessuale, in qualsiasi parte della Terra, che dia valore alle competenze dell’esserci (Ina Praetorius), al lavoro di cura, ai saperi della vita quotidiana (Lidia Menapace, etc.)

{{Si è formato un gruppo di lavoro interdisciplinare}} – di cui questa redazione fa parte – col nome: {A che genere di gioco giochiamo?}, dal titolo di un incontro fatto ad aprile 2008 al Giardino dei ciliegi di Firenze. Tra i promotori: Mario Bolognese (scrittore e formatore nel campo dei linguaggi simbolici), Renza Benvenuti (ostetrica), (educatrici) come Silvia Filippelli Emy Benvenuti Antonella Campanile e altre, coinvolte nei progetti Educare alla cura e contrastare gli stereotipi, Piera Codognotto (bibliotecaria) e tante altre persone.
_ La prossima tappa prevede in autunno un {{Laboratorio conviviale sulla sensibilità poetica nel quotidiano}} condotto da Bolognese, con la proposta di lavorare cercando di dilatare le risorse immaginarie utilizzando un simbolismo antico come quello che Maria Gimbutas mette a disposizione in {Il linguaggio della dea} [Longanesi, 1990], non ancora ‘consumato’ e digerito. Questo al fine di aprire i nostri confini mentali e fare spazio a nuovi saperi.
_ Sul piano pedagogico l’idea della molteplicità dei soggetti è ben chiarita anche dal titolo del {{progetto del nido Erbastella}}: {Non parlare di me} “un’educazione polisemica che tenga conto delle differenze, delle potenzialità soggettive e dei punti di intersezione nei quali differenze, affinità, posizionamenti, privilegio o non privilegio si innestano o si divaricano”…

C’è un interesse diffuso e recente al tema degli stereotipi sessuali, con un fiorire di convegni e progetti educativi in Toscana e in Italia.

– {{Immaginario giovanile e stereotipi di genere: quanto incidono scuola, media e moda nell’educazione?}}

Convegno a Milano, 28 maggio 2008. Occasione di confronto tra il mondo della scuola, dei media e della moda sul tema degli stereotipi di genere e riflessione sugli esiti delle attività svolte nelle scuole nell’ambito del progetto Equal “Demetra-per una nuova cultura di pari opportunità e conciliazione” coordinate da Francesca Zayczyk

– {{Educazione alla cura, contrasto degli stereotipi, relazione tra differenze}}

È un progetto equal, avviato nel 2007 nella Regione Toscana sia a Prato che a Firenze con la consulenza di Marina Piazza e altri/e, ha coinvolto le scuole per l’infanzia e prosegue nel 2008. Materiali a stampa e disponibili on-line.
Nelle due città i lavori si sono sviluppati autonomamente, con modalità in parte simili, coinvolgendo bambini e bambine delle scuole per l’infanzia e i/le loro insegnanti; a Prato anche i genitori. Entrambi hanno avuto un seminario iniziale nell’autunno 2007 e uno conclusivo nella primavera 2008.

– {{A Prato il progetto, coordinato da Mariangela Giusti e dal Servizio Educazione e Cultura dell’Infanzia del Comune di Prato}}, ha vinto il premio Città ideale 2008 alla fiera Dire&Fare e la prima fase si è conclusa il 15 maggio con le relazioni delle scuole partecipanti e la proiezione del video che documenta i momenti salienti dell’esperienza.
_ A Firenze il progetto è stato organizzato dall’Ufficio Tempi e Spazi in collaborazione con il Coordinamento pedagogico della Scuola dell’Infanzia e quello degli Asili Nido del Comune di Firenze – Assessorato alla Pubblica Istruzione. (Tra le consulenti Letizia Lambertini, tra le altre cose curatrice di un cd rom La casa sul filo:…suggerimenti per un percorso di educazione antiviolenta del 2002)

– {{Chi lavora in casa tua?}}

Ad Arezzo, l’ assessorato provinciale alle Pari Opportunità ha attuato tra il 2006 e il 2007, nell’ambito della Legge 53/2000, il [progetto sperimentale di sensibilizzazione al lavoro di cura promosso in alcune scuole per l’infanzia e medie superiori->http://www.provincia.arezzo.it/Istruzione/Pari_opportunita/Archivio/29-05-2005/29-05-2005.htm]. Obiettivo del progetto era creare i presupposti per una cultura condivisa dei compiti e delle responsabilità del lavoro di cura familiare e domestico – oltre i ruoli stereotipati uomo-donna ai quali siamo abituati – e a questo hanno lavorato gruppi composti da bambini e ragazzi, educatori e insegnanti, volontari e operatori, con il coinvolgimento dei genitori e delle famiglie

– {{…il rosa}}

Seminario nazionale il 7 giugno 2008 a Firenze, promosso da “Medici per i diritti umani” e “Un pediatra per amico” (Uppa) e “Scuola elementale di Ostetricia”, con la collaborazione dell’Istituto degli Innocenti, dal titolo Il rosa e l’azzurro: dalla parte delle bambine trent’anni dopo. La riflessione sui modelli offerti alle bambine e ai bambini oggi è stata articolata con molte e diverse competenze a confronto: ostetriche, pediatri/e, giornaliste/i, politici/che, educatori/trici, adolescenti.
_ La giornalista Loredana Lipperini, autrice del libro {Ancora dalla parte delle bambine trent’anni dopo} (rivisita la ricerca di Elena Gianini Belotti), edito nel 2007 da Feltrinelli ha dato il via con un’analisi sferzante e ricca di dati al ripensamento su quel divario che molti pensano ormai superato. Quali sono i modelli delle nuove bambine? Che cosa sognano di essere? Madri, ballerine, estetiste, mogli di calciatori?
Una parte del lavoro presentato si è sviluppato nelle scuole superiori, e tra i risultati, la scioccante mostra presentata da alcune ragazze del Liceo artistico Leon Battista Alberti di Firenze Stereotipi maschili e femminili in campo pubblicitario [ricordate la discussa immagine di Dolce e Gabbana, praticamente uno stupro di gruppo? ed altre amenità meno conosciute…]

– {{… e l’azzurro}}

Il convegno del 7 giugno 2008 a Firenze ha illustrato anche i risultati del progetto {{[Maschio per obbligo->http://www.maschioperobbligo.it/]}}, promosso dai Medici per i Diritti Umani, con l’obiettivo di attivare una riflessione sullo stereotipo dell’uomo che lo inquadra nel cliché della virilità, intesa come prevaricazione. Paolo Sarti e Giuseppe Sparnacci sono tra gli ideatori.
_ “Forte, muscoloso, peloso/glabro, conquistatore,virile, coraggioso, intraprendente, cacciatore, resistente al dolore, alla fatica, alla guerra, allo sport, all’alcool, alle superprestazioni erotiche: troppo spesso nelle società occidentali il maschio è condannato, sin dalla più tenera infanzia, ad essere un arrogante prevaricatore. E’ fatale che per contraccolpo la stessa società condanni le donne a subire l’approccio violento del maschio fino ad esserne vittime predestinate. E dunque la battaglia per la liberazione del maschio dal ruolo fittizio a cui è stato condannato è solo un’altra faccia della battaglia per la liberazione della donna e la sua protezione dalla violenza. Ma il processo deve investire entrambi i ruoli, altrimenti è destinato all’insuccesso.”

– Ormai numerosi gruppi di uomini si interrogano sul ruolo assegnato al maschio: ad esempio [Maschile plurale->http://www.maschileplurale.it/]. E’ il “{{Cuore oscuro degli uomini}}” indagato anche attraverso film a Parma in una rassegna promossa dal Centro Antiviolenza (catalogo a cura di Marco Deriu). Da non molto esistono gruppi misti di donne e uomini , come l’associazione Identità e differenza di Spinea, che indagano sulle presunte identità codificate…

– {{Quante donne puoi diventare?}}

{Nuovi modelli per bambine e bambini nelle scuole: progetto conclusosi a Torino nel 2006, che ha coinvolto un notevole numero di scuole}.
_ Promosso dal Comune di Torino, dall’Assessore al Sistema Educativo e alle Politiche di Pari Opportunità, dal Settore Pari Opportunità e Politiche di Genere, dall'[Association Européenne Du Côté Des Filles->http://www.ducotedesfilles.org/fr/cote_filles.htm], dal [Centro Studi e Documentazione Pensiero Femminile,->http://www.pensierofemminile.org/] da Poliedra progetti integrati e dalle Biblioteche Civiche Torinesi vuole trasferire una buona prassi sviluppata dall’associazione francese, volta ad analizzare gli albi illustrati in quanto veicolo principale dei modelli sessuati socialmente accettati, ed insegnare agli adulti (come insegnanti, bibliotecari e genitori) a decodificare le immagini simboliche della famiglia e della società proposte dagli albi illustrati.

_ Finanziato dal POR 2000-2006, ha prodotto anche la “{{Guida alla decifrazione degli stereotipi di genere negli albi illustrati}}”, che fa una panoramica sull’evoluzione delle immagini destinate ai/alle bambini/e negli ultimi 100 anni, mira a fornire agli adulti (autori, editori, insegnanti, bibliotecari, genitori) degli strumenti per cogliere negli albi per ragazzi/e attualmente in commercio la presenza di stereotipi sessisti e di comprenderne il significato. Tra i materiali proposti, anche alcune animazioni.