A FIRENZE A PALAZZO STROZZI TORNA LA COLLEZIONE GUGGENHEIM – PEGGY UNA COLLEZIONISTA CHE SCOPRI’ LE AVANGUARDIE DEL ‘900
Fino al 24 luglio 2016 Palazzo Strozzi ospita una grande mostra che porta a Firenze oltre 100 capolavori dell’arte europea e americana del Novecento. Un dialogo tra America e Europa proposto dalla collezione Guggenheim. Opere raccolte da Peggy Guggenheim e dal nipote Salomon.
In mostra opere di Marcel Duchamp, Max Ernst, Man Ray, Pablo Picasso e ancora Alberto Burri, Emilio Vedova, Jean Dubuffet, Lucio Fontana, insieme a grandi dipinti e sculture di alcune delle maggiori personalità dell’arte americana degli anni cinquanta e sessanta come Jackson Pollock, Mark Rothko, Willem de Kooning, Alexander Calder, Roy Lichtenstein, Cy Twombly.
Fu proprio a Palazzo Strozzi, negli spazi della Strozzina, che nel febbraio 1949 Peggy Guggenheim, da pochissimo giunta in Europa, decide di mostrare la collezione che poi troverà a Venezia la definitiva collocazione.
Ma chi era Peggy? Nasce in una famiglia ricca e alla morte del padre riceve una eredità che le permetterà di viaggiare. A 20 anni inizia a lavorare in una libreria e frequenta circoli di importanti intellettuali dell’epoca. Nel 1922 è a Parigi dove sposa Laurence Vail pittore dadaista. Da lui ha due figli, Sinbad e Pegeen, che , creativa, si propone come artista. Alcuni suoi lavori sono esposti alla Fondazione Guggenheim di Venezia.
A Parigi, Peggy comincia frequenta i salotti bohémien e conosce e stringe amicizie con i primi artisti dell’avanguardia europea, molti dei quali emigrati statunitensi: Man Ray, per cui poserà, Constantin Brâncuși, e Marcel Duchamp.
Stringe anche uno stretto legame con la pittrice Romaine Brooks e con la scrittrice Natalie Barney, nel cui salotto culturale, di cui è un’assidua frequentatrice, incontrerà la scrittrice Djuna Barnes, di cui sarà protettrice per il periodo di composizione del libro Nightwood.
Dal 1928, Peggy comincia a vagare per l’Europa con i figli, tra Londra e Parigi. Nel gennaio del 1938, a Londra, assieme a Jean Cocteau, inaugura la galleria Guggenheim Jeune: è la prima di una lunga serie di collezioni, che la renderanno negli anni la più importante sostenitrice dell’avanguardia europea.
Tra i vari artisti, all’epoca ancora sconosciuti, che esporranno a Londra si ricordano: Vasilij Kandinskji, Yves Tanguy ed altri artisti emergenti del panorama delle avanguardie europee. Tra le celebrità del momento invece: Antoine Pevsner, Henry Moore, Henri Laurens, Alexander Calder, Raymond Duchamp-Villon, Constantin Brâncuși, Jean Arp, Max Ernst, Pablo Picasso, Georges Braque and Kurt Schwitters. È grazie a Samuel Beckett, che insistette per uno suo interessamento all’arte contemporanea, e a Marcel Duchamp, che le insegnò “la differenza tra l’arte astratta e surrealista”, che Peggy si avvicinò a questo mondo.
Dal 1939 Peggy concepisce di trasformare la sua semplice collezione londinese in un vero e proprio museo: incurante della guerra, decide di acquistare un grande numero di opere d’arte, tra cui spiccano i nomi di artisti come Francis Picabia, Georges Braque, Salvador Dalí, Piet Mondrian, Fernand Léger e Constantin Brâncuşi.
Con l’avanzata dell’esercito tedesco verso Parigi, la collezionista statunitense decide di lasciare la città (è ebrea) e tornare a New York, dalla madre, dove nel 1942 inaugurerà la galleria Art of This Century. Tra gli artisti ancora sconosciuti figura nella collezione il nome di Jackson Pollock. Grazie all’attività di gallerista di Peggy, Pollock e altri artisti americani entrano in contatto con l’avanguardia europea, in particolare con il Surrealismo.
Dal 1941 Peggy era infatti sposata col pittore surrealista Max Ernst. Il divorzio tra i due avverrà appena due anni dopo, nel 1943. L’anno successivo, per un breve periodo, accoglie nella propria nuova residenza di Manhattan la pittrice Bridget Bate Tichenor.
Con la fine del conflitto Peggy decide di tornare a Venezia, dove la sua collezione viene esposta per la prima volta alla XXIV edizione della Biennale d’arte nel 1948.
Nel 1948 acquista Palazzo Venier dei Leoni sul Canal Grande, dove trasferisce definitivamente la sua collezione, che dal 1949 apre al pubblico come Collezione Peggy Guggenheim. L’eccezionale acqua alta che il 4 novembre 1966 sommerse Venezia non creò alcun danno alla sua collezione, già impacchettata e pronta per essere spedita a Stoccolma per una mostra. Le uniche stanze allagate di Palazzo Venier furono quelle del seminterrato. Nel 1969 le opere della collezione di Peggy vennero esposte al Guggenheim Museum di New York.
In seguito Peggy deciderà di donare Palazzo Venier dei Leoni e l’intera collezione alla Fondazione Solomon Guggenheim dopo che la stessa collezione, proposta in donazione al Comune di Venezia, fu da quest’ultimo rifiutata. Peggy passò l’intera esistenza aiutando nuovi artisti emergenti, tra cui Edmondo Bacci e Tancredi Parmeggiani. Morì il 23 dicembre 1979, all’età di 81 anni. Le sue ceneri si trovano nell’angolo del giardino di Palazzo Venier dei Leoni dove Peggy aveva seppellito anche i suoi numerosi amati cani. La Collezione Peggy Guggenheim di Venezia è uno dei più importanti musei italiani sull’arte europea e americana della prima metà del XX secolo. La collezione abbraccia opere che vanno dal Cubismo al Surrealismo e all’Espressionismo.
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