9525img1A noi mancano le parole per esprimere il lutto e il dolore per la tragedia che ha colpito le donne e gli uomini della Puglia, per entrare nelle singole tragedie di ben ventitré morti e oltre cinquanta feriti le cui sorti ancora non conosciamo.

Le testimonianze di chi legittimamente può esprimere parole e ragioni, sono per ora rigorosamente tenute in secondo piano.Noi abbracciamo le vittime e assicuriamo da ora il nostro sostegno alle parole di verità che dovranno, senza dubbio, emergere.

Siamo certe però di dover testimoniare, dal nostro osservatorio libero da ogni vincolo e interesse di parte, che la modernità e la vita che camminano veloci non toccano e favoriscono tutte nello stesso modo. L’Italia è divisa in due parti, e in molti modi: tra donne e uomini, tra poveri e ricchi, tra Nord e Sud.

Nella povertà delle donne, in quello che viene in modo asettico definito il gap retributivo, da sempre noi leggiamo la volontà rendere irrisolto uno dei presupposti che rendono normale la violenza sessuata. Ma la stessa povertà delle donne è il frutto complesso di responsabilità pubbliche, che nella loro folle corsa verso una modernità fittizia e riservata a pochi, dimenticano le arretratezze annose del Sud e non solo .

La mobilità, ovvero la libertà di spostarsi e di incontrarsi, non è un diritto esigibile per tutte le donne in Puglia, in Sicilia, In Calabria, in Campania, in Basilicata, in Abruzzo, in Sardegna. Diritto difficile proprio per quelle cittadine che hanno dimostrato di saper bruciare le tappe contro l’arretratezza.

La disattenzione, che non è semplice distrazione, è la volontà di tenere al palo chi c’è da troppo tempo. Chi ha reso le cose oltremodo difficili per quelle donne, uomini e giovani che non si sono lasciati fiaccare dalla precarietà quotidiana, ne ha causato la morte o forse la menomazione. Causata, non voluta, ma per loro la differenza è inessenziale dopo questa tragedia.

Il disastro ferroviario di Andria ha causato più vittime dell’attentato di Dacca. È un’idea che non riusciamo a cancellare e sopportare. Noi che non sopportiamo nessun terrorismo e nessuna violenza.

Noi donne dell’UDI  non possiamo che immedesimarci nelle testimoni. Chi deve dire “mai più” e riempire le parole di fatti, sono altri, che forse dovrebbero fare numerosi passi in dietro e molti

mea culpa.UDI – Unione Donne in Italia

 

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