Aborto farmacologico: Cgil Umbria, la Regione si accanisce contro le donne
Comunicato stampa della CGIL Umbria
“La Regione Umbria sceglie di accanirsi contro le donne, la loro libertà ed autodeterminazione e lo fa con un provvedimento fortemente ideologico che riporta l’Umbria indietro di anni, allontanandola dal resto d’Europa”. È duro il giudizio della Cgil dell’Umbria rispetto alla scelta della giunta Tesei, su spinta dell’assessore leghista alla Sanità Luca Coletto, di abrogare la delibera regionale approvata nel dicembre 2018, che dava indicazione agli ospedali umbri di organizzare con day hospital il servizio per la interruzione volontaria della gravidanza (IVG) farmacologica. “In pratica – affermano per la Cgil dell’Umbria Barbara Mischianti e Fabrizio Fratini – si nega alle donne la possibilità di scegliere il metodo meno invasivo per loro, imponendo un ricovero per 3 giorni e rendendo sempre più difficile il percorso per ottenere l’aborto farmacologico, il tutto con un evidente aggravio di costi per il sistema sanitario e per giunta andando ad intasare ulteriormente gli ospedali in epoca di Coronavirus”.
“Riteniamo la scelta della Regione assolutamente sbagliata e penalizzante – concludono Mischianti e Fratini – e per questo la Cgil è pronta a mobilitarsi al fianco delle associazioni delle donne”.
Perugia, 12 giugno 2020