Adagio, un poco mosso
L’estate è tempo propizio di rilettura ed il libro di Elena Gianini Belotti, Adagio un poco mosso, rappresenta una buona occasione per farlo.
E’ un testo ageè, datato 1993, eppure conserva la grazia degli evergreen.
Stupisce un po’ che non abbia avuto il successo degli altri, ma la prosa raffinata e la scelta dell’argomento, la vecchiaia, potrebbe (forse) incomodare. Parlare di invecchiamento può infatti non esaltare.
Nulla quaestio, invece, sulla composizione narrativa, davvero originale, fatta in profondità.
Fermare lo sguardo su una donna che invecchia, sui sentimenti, i legami, anche le speranze nel proprio presente rapportato ad un futuro friabile, sembra indubbiamente rivelarsi più impopolare che suggestivo.
Nella quarta di copertina è l’autrice stessa ad affermarlo.
“I desideri resistono intatti al trascorrere degli anni…Alla crudeltà della vecchiaia in sé, si aggiunge quella della rarefazione progressiva dei contatti: nessuno ti tocca più, né ti abbraccia o ti accarezza, nessuno vuole più essere toccato, abbracciato, accarezzato da una vecchia signora come me.
Non mi sono arresa per questo, tutt’altro, ho escogitato compensazioni tutte mie al deserto dei sensi e dei sentimenti : se nella realtà non mi succede più nulla, nessuno può togliermi l’immaginazione. Perlustro con fervore e accanimento il mondo “.
Alimentata da una elegantissima ironia, da una padronanza amabilmente disincantata, la condizione dell’anziana muove solidarietà e, soprattutto, senso di vicinanza.
Si presta a sovvertire con garbo le regole del gioco, diventa il limite che sbircia con l’occhio altrui.
Da mondi scomodi, situazioni tristi, anche drammatiche, le donne narrate da Elena Gianini Belotti escono allo scoperto: protagoniste della scena ribaltano il tavolo del luogo comune con la consumata abilità di registe di interiorità.
La giovinezza negli altri (e degli altri) diventa quasi banale davanti alla arguzia, profondamente introspettiva, al disincanto garbato, alla autoironia.
Sono personaggi letterari che si muovono passando dalla ribellione, inaspettata, alla presa d’atto “realistica”. Lo fanno lucidamente, fino ad assaporare il gusto di sottili vendette perpetrate nei confronti di figli che vogliono (a quelle madri) confezionare un’insopportabile vecchiaia congelata.
Decisamente con troppo anticipo.
Elena Gianini Belotti, Adagio un poco mosso, I Canguri Feltrinelli, Milano, 1993