Su Ansa.it il video girato dalla regista Sahraa Karimi che si è ripresa per le vie della città dopo l’arrivo dei talebani a Kabul.

Questo il testo del suo messaggio:

“A tutte le comunità del mondo
Vi scrivo con il cuore spezzato e la speranza che possiate unirvi a me nel proteggere la mia bella gente. Nelle ultime settimane hanno preso il controllo di così tante province. Hanno massacrato il nostro popolo, hanno rapito molti bambini, hanno venduto bambine come spose minorenni ai loro uomini, hanno assassinato donne per il loro abbigliamento, hanno torturato e assassinato uno dei nostri amati comici, hanno assassinato uno dei nostri poeti storici, hanno assassinato il capo della cultura e dei media per il governo, hanno assassinato persone affiliate al governo, hanno appeso pubblicamente alcuni dei nostri uomini, hanno sfollato centinaia di migliaia di famiglie…
I media, i governi e le organizzazioni umanitarie mondiali tacciono come se questo “accordo di pace” con i talebani fosse legittimo. Non è mai stato legittimo… Se i talebani hanno preso il sopravvento, vieteranno anche ogni arte… Spoglieranno i diritti delle donne, saremo spinti nell’ombra delle nostre case e delle nostre voci, la nostra espressione sarà soffocata …
Non capisco questo mondo. Non capisco questo silenzio. Io resterò a combattere per il mio paese, ma da sola non ce la faccio. Ho bisogno di alleati/e. Per favore aiutateci a far sì che questo mondo si ‘preoccupi di quello che ci sta succedendo…
Siate le nostre voci fuori dall’Afghanistan.
Non avremo accesso a internet o a nessuno strumento di comunicazione… Per favore per quanto potete condividere questo fatto con i vostri media e scrivete di noi sui vostri social. Il mondo non dovrebbe voltarci le spalle…aiutateci
Grazie mille. Apprezzo così tanto il vostro cuore puro e vero.

Sahraa Karimi


Su Il Manifesto, l’articolo del 19.8.2021 dal titolo “Afghanistan, le donne fanno rete per l’accoglienza e per la tutela dei diritti di chi resta” con il report dell’incontro tra le associazioni firmatarie dell’appello e il sottosegretario agli Affari Esteri Benedetto Della Vedova.


Qui di seguito il report dell’incontro:

Delegazione di associazioni dell’appello su corridoi umani per rifugiati afghani ricevuta in Farnesina dal Sottosegretario Benedetto Della Vedova. Disponibilità completa ad accogliere migranti da parte delle organizzazioni, situazione drammatica sul campo, presto passi avanti concreti in coordinamento con le istituzioni italiane.

Una delegazione di rappresentanti delle oltre 80 associazioni di donne e terzo settore, tra cui reti come Donne per la salvezza, Le Contemporanee, Asvis, Fuori Quota, Soroptimist International Italia, Rete per la parità, Casa Internazionale delle Donne Roma, Associazione Orlando Bologna, Differenza Donna, Pangea, Be Free e molte altre, è stata ricevuta nelle scorse ore in Farnesina da alcuni funzionari del ministero degli esteri e dal Sottosegretario Benedetto Della Vedova, a seguito della lettera aperta per l’attivazione di corridoi umanitari per accogliere rifugiati afghani in Italia.

Durante l’ incontro sono state riportate testimonianze dirette e drammatiche della situazione sul campo.

Liste per evacuazione incomplete di persone afghane che hanno collaborato con le forze occidentali, donne e bambini che non riescono a raggiungere l’aeroporto di Kabul unico punto di partenza dell’intero Paese, ormai controllato dai talebani, la razzia di bambine nelle case come bottino di guerra per le milizie talebane come da ultima agghiaccianti notizie, posti di blocco ormai ovunque in cui si rischia la vita, comunità LGBTQ presente nel paese ormai terrorizzata, spesso nascosta nelle fogne di Kabul.
Il quadro è terribile e anche per questo le tante associazioni di attiviste, femministe, di donne hanno deciso di mobilitarsi concretamente per incoraggiare le istituzioni italiane ad aprire corridoi umanitari il prima possibile compatibilmente con la complessa situazione sul campo, ben riportata nel dettaglio dal Sottosegretario Della Vedova e dalle testimonianze dirette delle associazioni cooperanti presenti in Afghanistan.

Nell’ analisi offerta dalle associazioni è emersa la necessità di dettagliare precisamente il numero di persone migranti che il nostro paese ritiene di poter accogliere, come già fatto da Gran Bretagna e Canada, le modalità di accoglienza, bloccando nel contempo i rimpatri o le ricollocazioni delle persone afghane già nel nostro Paese. È stato richiesto di attivare un dialogo con gli enti locali partendo dal coinvolgimento di ANCI in una prospettiva di collaborazione tra terzo settore ed enti locali; le organizzazioni hanno richiamato la forte necessità di una risposta europea di cui l’Italia faccia da apripista, andando oltre le diatribe politiche che caratterizzano il tema migrazioni da sempre. Si è poi fatto presente la contrarietà delle associazioni a un’ unica azione di sostegno ai paesi di prima accoglienza dei rifugiati afghani, tutti paesi con una scarsa tutela dei diritti fondamentali.

Gli interventi delle rappresentanti associative si sono concentrate sulla necessità di arrivare rapidamente a soluzioni concrete, sull’ opportunità o meno di creare un fondo ad hoc su cui dirottare eventuali raccolte di denaro da destinare a progetti di cooperazione, sviluppo, formazione e accoglienza nel nostro Paese e in Afghanistan, di cui le istituzioni, insieme alle organizzazioni più attive, si facciano garanti e parte attiva.

Tra le richieste delle associazioni anche un’attenzione particolare al mondo dell’ istruzione e della formazione per rifugiate e rifugiati con un sostegno diretto a bambine e donne e per chi rimane a operare sul campo in Afghanistan. Un diretto coinvolgimento del mondo universitario italiano risulta fondamentwl così come la protezione e la messa in salvo delle attiviste, delle femministe e che si sono spese in questi anni a Kabul e in altri territori del paese mediorientale, come azione di tutela delle esperienze virtuose per la crescita, la cooperazione e lo sviluppo della popolazione e del Paese.
Infine, in attesa del G20 sulla questione femminile previsto per il 26 agosto presieduto da Elena Bonetti dove si ipotizza sarà messo all’ordine del giorno un focus specifico sulla situazione in Afghanistan, le associazioni hanno chiesto di organizzare un follow up più esteso nel mese di settembre in Farnesina, al fine di elaborare una strategia comune e concreta, anche alla luce dei prossimi fatti e delle decisioni dei singoli paesi europei, in una situazione in costante divenire

Incontro alla Farnesina