Alberi genealogici e cognome materno
Le informazioni che vanno contro le aspettative sono sempre le più interessanti. Che le dimensioni delle famiglie italiane vadano sempre più restringendosi – come documenta l’ultimo censimento – potevamo agevolmente prevederlo, ma che in Francia l’83% dei bambini – potendo i genitori scegliere, almeno dal 2005 – continuasse a ricevere il solo cognome paterno, questo ci suscita certamente una qualche meraviglia. Sembra che la maggioranza dei francesi ignori addirittura l’esistenza di questa possibilità: se è così, la legge dovrebbe prevedere quanto meno l’obbligo per gli ufficiali di stato civile di informare le famiglie.
Accanto alla mancata conoscenza della legge, bisogna però realisticamente prendere atto che modificare aspetti simbolici ben radicati non è una passeggiata, e che per molto tempo le cose continueranno ad andare come prima. In compenso, in Italia non abbiamo quasi cominciato a porci il problema.
Pensare che tutto ciò sia solo “forma” significa non rendersi conto del significato recondito “nascosto” sotto certe usanze. Ad esempio, tutti noi abbiamo in mente quel tipo di rappresentazione che è l’albero genealogico. Ebbene, esso è tanto parziale quanto lo è il mappamondo, che ormai – lo sappiamo tutti – non dà un’immagine neutrale della Terra, ma è eurocentrico, o comunque orientato all’emisfero nord. Nell’albero genealogico compaiono solo gli ascendenti secondo una discendenza patrilineare. Ciascuno di noi ha quattro nonni, ad esempio, ma quello di cui si segue “il filo” è solo uno dei quattro, cioè il nonno paterno, il padre del padre, e così via risalendo. Se così non fosse, anziché un albero con una sola radice in alto e tante fronde in basso, avremmo una rappresentazione completamente rovesciata: a ciascuno di noi, corrispondono 4 nonni, 8 bisnonni, 16 trisavoli ecc. ecc.
La semplificazione è stata ottenuta con la cancellazione delle antenate. “Negli alberi genealogici, nel passaggio da una generazione all’altra, da un ramo all’altro, entrano mogli senza storia e spariscono figlie che vanno a contribuire al proseguimento di retaggi di linee maschili” scrive Chiara Saraceno in quel piccolo e prezioso libretto che è “Eredità” (pag. 45).
Anche per questo qualche giorno fa ho “messo in salvo” sul blog un breve ricordo della mia nonna materna Antonia. Sparita mia madre, che ne conservava il ricordo, mia nonna svanirà. Come prima o poi succederà a tutti noi, ma a tutte noi un po’ prima.