Alla Camera il disegno di legge sulla tortura. E’ bene che ci sia una legge ma dopo 30 anni si poteva fare meglio in un Paese che ha visto Cesare Beccaria combattere contro la pena di morte e la tortura già a metà del 1700
All’inizio della discussione, in terza lettura, alla Camera dei deputati del testo di legge sulla tortura, il presidente di Amnesty International Italia Antonio Marchesi ha rilasciato questa dichiarazione:
“La nuova legge sulla tortura che il parlamento si appresta con ogni probabilità ad approvare lascia l’amaro in bocca ma non è, come alcuni sostengono, inutile o controproducente.
Dopo decenni di discussioni sterili ci si poteva attendere qualcosa di meglio della definizione confusa e restrittiva che entrerà a fare parte del nostro codice: una definizione che non tiene adeguatamente conto della sofferenza mentale che la tortura moderna produce e che vorrebbe che la tortura fosse tale solo in presenza di atti ripetuti.
Ma dire che è inutile o controproducente è sbagliato, perché si sottovaluta la necessità di porre fine alla eterna rimozione della tortura attraverso il silenzio, scrivendo invece, una volta per tutte, quella parola indicibile nel codice penale.
La chiusura dell’ennesima legislatura con un nulla di fatto servirebbe invece soltanto a rassicurare ancora una volta coloro che sostengono, a torto ma con determinazione, che una legge sulla tortura, qualsiasi legge sulla tortura, sia contro gli interessi delle forze di polizia“.