Alla collega Miriam Mafai una breve lettera sulla contestazione a Giuliano Ferrara
Cara Miriam il tuo giudizio negativo su chi ha contestato Giuliano Ferrara a Bologna, pur sottolineando la tua assoluta criticità nei confronti delle posizioni di questo ingombrante conduttore televisivo, nonché direttore del Foglio, mi ha lasciato interdetta.Spintoni, lanci di uova e pomodori, respinti poi al mittente dallo stesso Ferrara, non mi sembrano atti tali da stigmatizzarli come una forma di violenza inammissibile.
_ Tu puoi esprimere, quando vuoi, la tua posizione dalle pagine della Repubblica, o nei dibattiti televisivi ma a chi non è rimasta che la piazza come luogo per dichiarare il proprio dissenso che deve fare?
_ Limitarsi a fischiare o intonare il classico “scemo scemo”?
_ Per il tuo stesso giornale non sarebbe di certo stata una notizia da riprendere.
Così il dissenso di quella piazza sarebbe rimasto privo di una voce pubblica. Nessuno ha mai gridato alla violenza quanto pomodori e uova hanno raggiunto improbabili protagonisti su qualche palcoscenico.
_ E poi, questi ragazzi e queste ragazze hanno risposto a Ferrara con il suo stesso linguaggio suggerito anni fa quando, in bretelle rosse, si vantava di aver inventato la TV spazzatura.
_ Forse volevano essere sicuri di farsi capire. Devo dire che è stata molto più deprecabile l’arroganza, la violenza e l’inadeguatezza verbale espressa per anni in tutti i dibattiti televisivi.
Con sincero affetto Marina Pivetta
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