Alla faccia dell’Articolo 11 della Costituzione che ripudia la guerra, il Parlamento vota gli invii militari in Nigeria
Il nostro Parlamento persevera nel mandare soldati e mezzi nelle zone di guerra. Uno strano modo di aiutare i paesi dai quali continuano ad arrivare in Europa donne, uomini sempre più giovani.
Non sarebbe meglio aiutarli nel migliorare le condizioni di vita promuovendo un’economia equa e solidale? Un interrogativo che non lascia speranza. Una illusione pensare che i carriarmati diventino acquedotti, i fucili zappe, le divise abiti colorati … C’è ancora chi, con una buona dose di utopia, crede che la pace non sia tale se si costruisce con le armi. Per lo meno non è la pace che sperano di avere tutte quelle donne e quegli uomini che continuano a sopportare, sfruttamento, soprusi, opressione, disuguaglianze, diritti negati… La pace dei potenti non è Pace.
Il Parlamento italiano così, ha approvato ieri 17 gennaio una maggiore presenza militare in Libia e l’invio di un contingente di 470 militari in Niger per aiutare a contrastare i fenomeni migratori e il traffico illegale di migranti verso le coste italiane e l’Europa. Il Parlamento si è quindi riunito per l’ultima volta prima delle elezioni del 4 marzo prossimo. Forza Italia e fratelli d’Italia, entrambi all’opposizione, hanno dato voto favorevole alle risoluzioni, contrari, i 5 Stelle e Liberi e Uguali, la Lega si è astenuta. Quanta confusione per chi andrà a votare. Una confusione che, purtroppo, non farà che aumentare l’astensionismo.
Nelle 31 missioni internazionali di quest’anno svolte in 21 paesi, l’Italia spenderà 1,5 miliardi di euro, fino a settembre, quando bisognerà votare l’eventuale stanziamento di ulteriori fondi.