Alle donne che hanno a cuore la libertà
Le Donne in Nero di Mestre e Venezia nell’ottobre del 1990 iniziano a scendere in piazza, con le modalità imparate dalle Donne israeliane, in nero ed in silenzio, un gesto fuori dalle misura di percorsi prestabiliti per esprimere il dissenso alla guerra; al gesto settimanale da subito si uniscono, riflessioni, incontri, seminari, viaggi nei luoghi difficili; il cd che presentiamo testimonia questo percorso, che ha avuto termine nel 1995.
Ognuna ha poi intrapreso strade diverse, spesso intrecciantesi, nell’ impegno per la pace.Ritrovarsi con 20 faldoni e farne un cd, la sfida è stata {{raccontare non solo la storia di un gruppo ma anche far sentire le tante voci di cui è composta quella storia.}}
I 20 faldoni ci avevano un po’ spaventato, ma riprendere in mano i documenti scritti, i volantini, i materiali di donne che con il loro pensiero ci hanno aiutato, le nostre fotografie e quelle delle tante amiche, è stato come {{riprendere in mano cose vive non obliate, che ad anni di distanza riconosciamo che ancora lavorano dentro di noi}}.
E’ stato un nuovo incontro in cui con emozione ma anche con distanza riconosci le parole di qualcuna in una relazione che non aveva mai firmato, trovi le fotografie di altre che non sono più con noi, ritrovi parole che ancora ti risuonano dentro; nel riguardare nasce anche la consapevolezza di essere “forti”, di aver fatto dei percorsi che ci hanno fatto diventare più autorevoli, che ci hanno fatto diventare più libere, che ci hanno fatto camminare ognuna per la propria strada con un senso di appartenenza, anche se il gruppo dal 1995 non c’è più.
Tutto diventa facile e la storia si dipana senza sforzo perché è anche dentro di noi.
{{Il cd interattivo è un contributo al progetto Mestre Novecento}}, l’autostoria si dipana attraverso una narrazione temporale, che mette in luce i momenti fondamentali del nostro percorso rimandando ai documenti di vario tipo che ne sono alla base.
{{“Fuori la guerra dalla storia”}} apre questo racconto, per lavorare su questo abbiamo avuto bisogno di scambiare storie e percorsi, abbiamo avuto bisogno di tessere al di qua e al di là dei confini quei fili sottili ma tenaci che possano spezzare la violenza della guerra e la politica degli stati, credendo che la relazione tra donne possa significare realmente un concreto lavorare per la pace.
Con forza ne emerge una figura simbolica di estraneità femminile alla guerra, {{una alterità ed estraneità rispetto alla concatenazione dell’ordine della morte, del dualismo amico-nemico}}; traspare l’ambizione di aver partecipato ad un percorso di costruzione di “simbolico femminile”, di un pensiero femminile sulla guerra, un pensiero che non dimentichi i corpi.
Pensiero e corpo ci hanno accompagnato nel lavoro fatto, nei nostri piccoli e grandi progetti, {{nei nostri viaggi oltre il confine nella ex Jugoslavia o nell’accogliere le “nostre amiche” a Venezia}}.
Il corpo talvolta è stato più diretto e più significante delle parole.
Tutta questa esperienza ha attraversato spazi metaforici e reali per raggiungere una meta, in cui il rischio del “viaggio” è stato il coinvolgimento della persona intera, non solo la disponibilità intellettuale.
Qualcosa è cambiato dentro di noi, abbiamo mutato lo sguardo, le guerre ancora esistono, {{non scendiamo più in piazza, ma ognuna lavora per sostenere spazi di libertà, spazi di “pace”, spesso con le donne ma altrettanto con gli uomini}}.
Il cd è uno sguardo su questa trama fatta di fili sottili e tenaci in cui continuiamo ad inciampare.
La trama e la scelta dei documenti è stata curata da: {{Stefania Minozzi, Cristina Giadresco e Enrica Barbuio}}, con il sostegno di {{Mara Bianca, Franca Marcomin, Tiziana Plebani.}} {{Stefania Minozzi}} ha curato la produzione del cd.
{A chi ha voglia di conoscere, Stefania Minozzi cpss@veneto.cgil.it invierà il cd.}
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