Ancora elezioni a sesso unico?
Le prossime elezioni regionali – in questi giorni si parla delle candidature – devono costituire l’occasione per porre rimedio ad una condizione penalizzante non soltanto per il genere femminile ma per l’intera comunità nazionale e regionale.
Sappiamo che la legge regionale del 2005 prevede che nessuno dei due sessi può essere rappresentato in lista in misura superiore ai due terzi ma questa norma non ha prodotto un Consiglio regionale composto da donne e uomini in questa stessa proporzione
La legge regionale consente una sola preferenza.Le sottoscritte hanno recentemente dato vita ad un Osservatorio interuniversitario di studi di Genere, parità e pari opportunità, che vede la partecipazione delle tre università Statali di Roma ( La Sapienza, Tor Vergata, e Roma Tre)
_ Questo Osservatorio, nelle nostre intenzioni rappresenta sia un progetto critico che mette in discussione le forme di esclusione femminile e la cultura che tende a perpetuarle, sia un progetto creativo che apre spazi alternativi all’auto rappresentazione e autodeterminazione intellettuale delle donne.
_ Non solo, ma come docenti universitarie facciamo nostra l’esigenza dei/lle giovani di una istruzione come responsabilità politica, come trasformazione e rinnovamento della realtà.
_ Pertanto, non possiamo che dirci amareggiate e preoccupate per l’ emarginazione delle donne dalla rappresentanza politica e per la sottovalutazione del loro ruolo.
Riteniamo che le prossime elezioni regionali – in questi giorni si parla delle candidature – debbano costituire l’occasione per porre rimedio ad una condizione penalizzante non soltanto per il genere femminile ma per l’intera comunità nazionale e regionale.
Sappiamo che la legge regionale del 2005 prevede che nessuno dei due sessi può essere rappresentato in lista in misura superiore ai due terzi ma questa norma non ha prodotto un Consiglio regionale composto da donne e uomini in questa stessa proporzione
_ La legge regionale consente una sola preferenza.
La discriminazione e dispari presenza delle donne può essere arginata soltanto da una decisa volontà politica: chiediamo che le liste presentino candidature femminili sostenute dai partiti in maniera paritaria.
Solo così anche l’Italia, a partire dal livello regionale, potrebbe colmare il ritardo che la separa dagli altri paesi dell’Unione europea, dal momento che tutte le rilevazioni statistiche internazionali collocano il nostro paese nella promozione delle donne e nella lotta contro le disuguaglianze di genere come fanalino di coda.
Diffonderemo capillarmente questo proposta, invitando a votare quei partiti che si atterrano ad essa , consapevoli che in questo momento le elezioni regionali segnano soltanto uno dei passaggi elettorali dei prossimi anni e della verifica dell’impegno dei partiti per giungere ad una effettiva rappresentanza di genere ed alla introduzione per legge della doppia preferenza di genere .
– {{Firmato}}
Francesca Brezzi, Presidente dell’Osservatorio e Docente di filosofia morale Università Roma Tre
Consiglio scientifico
_ Marisa Ferrari Occhionero, Docente di Sociologia, Facoltà di Statistica della “Sapienza
_ Gabriella Giganti, Docente di Patologia Generale, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università di Roma “Tor Vergata”.
_ Laura Silvestri, Docente di Lingua e Letteratura Spagnola, Università di Roma “Tor Vergata”
_ Elisabetta Strickland, Docente di Algebra Università di Roma “Tor Vergata”
_ Fabrizia Somma, Docente Struttura della Materia, Facoltà di Scienze Naturali, Matematica, Fisica, Università Roma Tre
_ Maria Chiara Turci, Docente di Statistica Economia La Sapienza Università di Roma.
_ Laura Moschini, docente di Etica sociale, Facoltà di Scienze della Formazione, Università Roma Tre
_ Mariella Nocenzi , Dottore di Ricerca, Sociologa, La Sapienza Università di Roma
_ Cristina Sanna, giornalista e collaboratrice di cattedra “Pianificazione dei mezzi nelle strategie dell’imprese” – Facoltà di Scienze della Comunicazione, La Sapienza
Università di Roma
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