Anfore d’artista per dire no alla violenza fisica e mediatica
L’incontro, che ha visto impegnate insieme per la prima volta l’ UDI Monteverde e l’UDI Romana “La Goccia”, ha avuto luogo lo scorso 22 settembre nei suggestivi spazi della Casa Internazionale delle Donne. Sono state molto apprezzate sia la mostra delle anfore sorelle, che le/gli artisti di “Arte per” hanno creato in dedica alla Staffetta, sia la mostra fotografica che illustra il percorso dell’ Anfora dalla sua partenza ad oggi, mostra che, arricchita di altre immagini comprese quelle che verranno fatte fino all’arrivo a Brescia, verrà riproposta in altre occasioni anche dall’Udi Nazionale.Le introduzioni di Anita Pasquali e Carla Cantatore hanno illustrato gli intenti del convegno e auspicato che questo sia solo il primo di altri eventi da condividere. Il contrasto alla violenza mediatica e fisica (che dalla prima è implicitamente incoraggiata) è una priorità ineludibile. Fino a che il corpo delle donne sarà e sarà “comunicato” come unità di misura per patti tra uomini, noi terremo alta la guardia perché nessuno dimentichi che la violenza, per le donne, è la prima causa di morte e invalidità, fisica e psichica.
Anita Pasquali ha fatto riferimento in particolare al dibattito in corso sul silenzio sulle donne e ha espresso il bisogno di un confronto serio tra noi su quanto sta accadendo: fatti pubblici e privati che come donne ci interrogano direttamente e dolorosamente.
Carla Cantatore si è anche soffermata brevemente sulla “chiocciola” presente negli indirizzi di posta elettronica, ricordandone l’origine antica di simbolo che stava per “anfora” come unità di misura per il commercio e che oggi trasporta, ogni giorno, non già merci, ma pensiero. Come la nostra Anfora, che trasporta pensieri di tante donne. Ha proposto che la chiocciola @, che sempre più oggi si fa carico della nostra comunicazione politica in grado di raggiungere tante donne diventi emblema e patrimonio dell’umanità femminile, corpo veicolo di pensiero e non contenitore di merci.
La presenza della Delegata Nazionale Pina Nuzzo, di Fabiola Pala, Porta -staffetta nazionale e della Garante Silvana Casellato è stata vissuta come un incoraggiamento a proseguire nel reciproco riconoscimento. _ Condividere uno stesso spazio fisico e per di più complesso e politicamente significativo come Roma non è facile, ma si può. Si deve!
Nessun {noi} è infatti autosufficiente, per questo noi dell’Udi, dagli anni dell’impatto fecondo col neofemminismo, abbiamo ostinatamente voluto mantenere una Associazione nazionale: prima l’ ”Unione Donne Italiane” e dal 2003 l’ “Unione Donne in Italia”.
_ Sappiamo anche che se si ha veramente a cuore la costruzione di dignità e libertà femminile occorre tendere verso un noi sempre più grande. E il noi più grande di tutti è dato dall’appartenenza al genere femminile; per questo, come ha sottolineato Carla Cantatore, sarebbe il caso di riprendere finalmente un cammino comune in grado di superare frammentazioni e sterili conflitti, facendo anche tesoro dell’esperienza straordinaria della Staffetta, perché un protagonismo condiviso è possibile.
Silvana Turco, Maria Paola Fiorensoli, Paola Ortensi ed Elvira Pellizzari hanno descritto con grande originalità, ognuna nel proprio ambito di competenza, il legame stretto fra l’anfora e il femminile, nella storia passata e presente.
Silvana Turco, con l’aiuto di molte belle immagini, ha seguito le tracce dell’anfora nella storia dell’arte, evidenziandone il valore simbolico – sacrale e sottolineandone la destinazione a contenere “beni preziosi”. “….è istintivo avvicinarla alla Donna e attribuirle un contenuto prezioso, ed è per questo che l’UDI ha scelto un’anfora come Testimone in questa staffetta partita quasi un anno fa con l’intenzione di denunciare il dramma della violenza sulle Donne. Un argine contro una violenza che sembra non fermarsi più…..”.
_ Ha anche attirato l’attenzione sul loro uso nell’architettura romana e bizantina, quasi una metafora – venivano usate per sostenere e costruire volte e cupole negli edifici. Ci ha ricordato come, per millenni, i famosi manoscritti del Mar Morto siano stati conservati, fino al ritrovamento negli anni ’40, all’interno di migliaia di anfore.
Maria Paola Fiorensoli, percorrendo la storia, ha evidenziato come, in Cina, fino al X secolo a.C. i Guardiani della Storia e gli Archivisti curavano la conservazione, appunto all’interno di anfore poste in grandi fosse, dei testi che tramandavano eventi e tradizioni – sempre al maschile. Sotto la dinastia Zhou, la figura dell’archivista si evolse in quella di Annalista (da Annali, le cronache annuali) che, per la prima volta, vide impegnate anche donne (che ricevevano l’incarico per diritto di nascita – se appartenenti alla stirpe di Confucio).
_ Tra le Annaliste si staglia la figura di Ban Zhao, sorella/moglie di Ban – Gu, il quale presiedeva l’Ufficio degli Storici. Alla morte del marito, Ban –Zhao ne completò il Trattato Storico e scrisse, tra l’altro, anche un Trattato sull’ Astronomia e un Trattato sulle Donne, nel quale descriveva la vera vita femminile cinese, che è in assoluto la prima opera scritta da una donna, opera rivoluzionaria che ha tramandato la storia femminile del suo Paese.
_ Fu tenuta in grande considerazione e chiamata “perla della Cina”. I Confuciani la annoverarono tra le “donne virtuose”. Ban-Zhao fu una guida per le consorelle annaliste alle quali mostrò la strada per contrastare la corrente antifemminile che permeava la tradizione.
Paola Ortensi ha sottolineato il legame tra forma dell’anfora e corpo femminile, soffermandosi in particolare sull’uso quotidiano nelle campagne e nelle borgate delle grandi città, sui chilometri percorsi e che ancora con grande fatica si continuano a percorrere in tanti Paesi del mondo per garantire acqua potabile. “Ma quasi che la natura, la storia, il destino nei suoi programmi abbia sempre un dono di riserva su chi lo sappia cogliere, la garanzia di un riequilibrio e l’obbligo di ridare, di ripagare ciò che si è preso alle donne; alla loro fatica ha voluto concedere un dono speciale che a chi guarda ispiri ammirazione e rispetto più che commiserazione per un lavoro duro e difficile. La postura che il corpo della donna deve assumere per garantirsi l’equilibrio che garantirà il trasporto sulla testa – le spalle dritte, il collo rigido, la pancia indietro, il petto in fuori- a quella figura di donna conferiscono il regale andamento di una regina che porti in testa una corona”.
_ L’ anfora dunque è inconsapevole, primitiva protagonista di una mutazione che fa di una donna affaticata e sottomessa una creatura affascinante, regale e misteriosa.
Elvira Pellizzari, presidente dell’associazione Italia – Etiopia, ha raccontato come, nella cultura Etiope, l’anfora venga tradizionalmente usata dalle donne durante l’antico “rito del caffè” – che ancora viene praticato come un sistema di micro-credito gestito in un ambito confidenziale e conviviale “solo tra donne”.
_ Nell’anfora vengono inseriti da ogni donna denaro e bigliettini con il loro nome, il denaro raccolto viene diviso a metà, una delle quali viene accantonata per futuri bisogni importanti della comunità femminile, mentre l’altra viene sorteggiata tra le presenti.
_ Una bambina ha il compito di estrarre il bigliettino con il nome della donna alla quale verrà destinata la somma. Elvira ci ha donato un modellino dell’anfora per l’Ukkub appositamente fatto arrivare dal suo Paese per noi.
Simonetta Sarti, di “Arte per” ha brevemente, per esigenze di tempo, ma esaurientemente, grazie alla sua esperienza, presentato il gruppo delle autrici e gli intenti dell’associazione, il cui fine è sempre rivolto con grande attenzione a scopi socialmente rilevanti per l’umanità.
L’attrice Silvia Nebbia, con la sua bella voce, ha interpretato in modo commovente due antichi canti popolari sul tema della donna e dell’anfora e ha condotto l’asta con grande perizia e simpatia. Molte sono le anfore ancora disponibili e l’attrice ha dato la sua disponibilità a condurre una seconda asta, che cercheremo di tenere al più presto in altro luogo, ove sarà necessario ribadire con più incisività l’importanza dell’autofinanziamento come sostegno alla libera attività politica dell’UDI.
Per quanto riguarda il futuro prossimo, abbiamo la nostra Anfora della Staffetta che non ha ancora completato il suo viaggio e si avvicina alla meta, avendo davanti molte altre tappe e molti altri eventi. Quel che è certo, è che il suo cammino ha lastricato idealmente, con il suo carico fisico e virtuale, tutte le strade percorse.
L’Anfora Testimone ci aspetta, in tante, a Brescia in Piazza della Loggia il 21 novembre nella manifestazione nazionale che precederà la chiusura ufficiale della Staffetta, quando il 25 novembre, sempre a Brescia, avverrà la cerimonia di riconsegna dell’Anfora da parte delle donne di Brescia alle Porta- staffetta nazionali.
Carla Cantatore (UDI Monteverde) e Rosanna Marcodoppido (UDI romana “La Goccia”)
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