ANTIGONE NON ABITA PIU’ IN EUROPA. LA LEGA NORD E GLI UMORI DEGLI ITALIANI
Creonte proibisce, sotto pena di morte, di dar sepoltura a Polinice. Antigone non obbedisce e rende omaggio al cadavere del fratello affermando di seguire eterne leggi non scritte. Ricorda il mito, la giornalista Barbara Spinelli in un appassionato articolo pubblicato su La Repubblica (9.10.013) con il titolo “La legge di Antigone e le colpe dell’Europa”. Noi non saremmo, scrive, ciò che siamo senza questo mito o l’antica legge del mare che da sempre obbliga a salvare il naufrago. Noi siamo gli eredi dei tempi di Auschwitz, di quel “Mai più” che abbiamo ripetuto negli anni seguenti la fine del secondo conflitto mondiale e l’olocausto di ebrei, zingari, omosessuali. Siamo anche gli eredi di quei preti, parroci, suore, semplici cittadini e cittadine che rischiarono la vita per salvare quella degli ebrei perseguitati. E’ vero anche che subiamo le conseguenze di una politica governativa che ha aggravato la crisi economica mondiale del neo liberalismo. Noi viviamo i mutamenti della post modernità nel sistema valoriale dopo la caduta ed evaporazione della grandi narrazioni ideologiche . “Perché devo preoccuparmi dei migranti che tentano di fuggire dalla fame e dalle guerre, quando i politici a me, alla mia famiglia non pensano?”. E’ il “familismo amorale” come caratteristica degli umori dell’Occidente cristiano: scarsa fiducia nelle istituzioni pubbliche e arroccamento sui soli interessi individuali e familiari. Il ministro Alfano, scrive la giornalista, sostiene che dobbiamo sapere “ se l’Europa intenda difendere la frontiera tracciata dal trattato di Schengen. Uno Stato che non protegge la sua frontiera semplicemente non è. L’Europa deve scegliere se essere o non essere”. L’Europa : “Deve decidere se vuol essere all’altezza delle nome che professa, e che da tempi immemorabili le prescrivono di accogliere i fuggitivi, i supplicanti, oltre che di tutelare i confini da assalti stranieri. Né l’emigrazione economica clandestina, né la fuga da guerre o dittature (spesso sono la stessa cosa) sono equiparabili a attacchi esterni.” E’ in virtù di queste affermazioni, così condivise nel Paese (non soltanto dalla Lega Nord), che si può parlare di guerra nel Mediterraneo e considerare gli uomini e le donne, i bambini, in fuga dalla Siria, o dall’Eritrea, dall’Egitto o dalla Somalia, come dei nemici che se muoiono è un loro problema, alla fin fine e uno in meno per noi. La Spinelli chiama in causa l’anno 2004 quando l’Unione Europea creò Frontex (Agenzia che gestisce le frontiere le frontiere esterne) coordinando le misure di polizia pattugliamento delle coste e il rimpatrio dei clandestini. Ma l’Italia ha la grave responsabilità di avere introdotto, nel 2009, il reato di clandestinità per coloro che entrano in Italia senza avere in tasca un contratto regolare di lavoro. La conseguenza è il respingimento immediato del migrante, rendendo così molto difficile anche le procedure per il diritto d’asilo. Ancor prima di Cristo, ci dice la Spinelli, soccorrere era un dovere, non soccorrere un reato. Poi è venuta la Convenzione di Ginevra sui rifugiati e la Carta europea dei diritti fondamentali. “Non soccorrere è peccato di omissione, e più precisamente crimine d i indifferenza . Che senso ha dire ‘mai più’ se non vediamo che il delitto di clandestinità per forza incentiva l’omissione di soccorso.” Infatti, lo abbiamo constatato in questa ultima tragedia di Lampedusa con le centinaia di morti, dove c’è chi sostiene che non tutti i pescatori che si trovavano in mare hanno prestato soccorso, ovviamente per il timore di incorrere nel reato di favoreggiamento dei clandestini. E’ già accaduto, ci ricorda la giornalista, nei paesi occupati dai nazisti, perché aiutare gli ebrei, era, appunto un reato punibile con la deportazione e la morte. Certamente anche a causa della terribile crisi economica che ci attraversa da anni, si constata ogni giorno di più che non soltanto i leghisti di stretta osservanza sostengono che i salvataggi e gli aiuti ci fanno correre il rischio di nuove ondate di poveretti dall’Africa ,dall’Asia, dal Medio Oriente. Ora la Commissione Giustizia del Senato ha votato la soppressione del reato di clandestinità sostituendolo con un reato di tipo amministrativo che prevede un ordine di espatrio, ma non l’arresto. L’on. Matteo Salvini, che forse presto sostituirà nella segreteria nazionale della lega Nord il presidente Maroni, nella trasmissione di Lilli Gruber (9 ottobre) ha gridato allo scandalo. Si capisce, la Lega risponde a un sentire diffuso, liscia il pelo della gente soprattutto del Nord; perfino di gente che nel tempo passato militava nella sinistra. Salvini ha respinto la soppressione del reato di clandestinità con un ‘argomentazione che si ascolta per le strade: “ Chi coccola, chi avvantaggia queste persone e chi le illude che da noi troveranno lavoro? (…) . La Bossi Fini non è stata applicata correttamente…il reato di clandestinità c’è in Svizzera, in Inghilterra…Occorre snellire invece le procedure di espulsione. Il povero è nel nostro pianerottolo. Mi danno fastidio quelli che si occupano dei poveri dall’altra parte del mondo e se ne fregano dei nostri.”. Ha insistito che non possiamo più aprire le porte agli stranieri, proprio a nessuno. Lilli Gruber gi ha fatto notare che i flussi d’immigrazione stanno calando. Poteva anche aggiungere che quattro immigrati su dieci stanno facendo ritorno nei paesi d’origine. Ma poteva anche fargli notare che , con l’invecchiamento della popolazione e lo scarso Welfare italiano, la cura degli anziani tocca alle reti parentali femminili e alle straniere (le badanti). Nella Commissione, infatti, è passata anche una norma che sancisce la regolazione dei flussi migratori in modo compatibile con la concreta possibilità di accogliere migranti. Resta il fatto impressionante, ben evidente nell’argomentare dell’on. Salvini e così corrispondente a un sentire diffuso, il rifiuto di separare i profughi che fuggono dalle guerre, dai migranti che partono con un progetto di lavoro e di vita. Antigone non abita più da noi.