ANTIGONE (onlus): report sulle donne in carcere
Intervista sul canale YouTube dell’associazione a Susanna Marietti, Coordinatrice nazionale dell’Associazione ANTIGONE “per i diritti e le garanzie nel sistema penitenziario”. Ne descrive la “complessa e variegata attività tesa alla promozione e alla salvaguardia delle garanzie individuali all’interno del sistema penale.”
Con i suoi due OSSERVATORI NAZIONALI sulle CONDIZIONI DI DETENZIONE, uno sugli ADULTI e l’altro sui MINORI, l’Associazione monitora 25 istituti di pena e stende rapporti annuali di cui uno, dal 2023, dedicato alla detenzione femminile. “L’apertura del carcere alla società esterna è un elemento di trasparenza fondamentale per un controllo sociale che può evitare e/o denunciare abusi e altre criticità” afferma Marietti, sottolineando le discriminazioni, i pregiudizi e gli stereotipi di genere che aggravano la situazione delle donne: “…la donna in carcere è ritenuta anche una cattiva figlia, moglie e madre, non all’altezza dei ruoli richiesti e destinata a lavori stigmatizzanti.” Le basse percentuali di detenzione (4%) e i reati sovente di poca entità, penalizzano paradossalmente le detenute nel reperimento e orientamento delle risorse, di vario tipo, statali e private. Meno di un quarto delle detenute, in Italia, è ospitata in uno dei 4 carceri femminili, la maggioranza entra in strutture piccole e piccolissime o in qualche locale degli istituti di pena maschili, vigendo “… il diritto sacrosanto a scontare la pena sul proprio territorio. Queste piccole strutture sono ancora più isolanti e penalizzanti anche sotto il profilo della formazione al lavoro che comunque, dove avviene, riguarda gli ambiti tradizionali (es. corsi di cucito e ricamo).
Questo il video in occasione della presentazione del report sulle donne detenute.
ANTIGONE propone l’apertura di corsi di formazione “misti”, come all’esterno, non pregiudiziali nel mestiere, e per superare stereotipi ha creato a Rebibbia una squadra di calcio femminile. La fragilità e la penalizzazione delle detenute s’aggrava dei loro percorsi di vita: “…quando intersecano il carcere, tre quarti delle detenute ha esperienza di violenze e/o abusi” che, da portatrici del disvalore che hanno introiettato, neppure riconoscono per tali. La carenza di operatrici specializzate, personale medico e psichiatrico rende il tutto più drammatico, Ne soffrono anche le relazioni con l’esterno; le donne ricevono meno visite degli uomini, meno pacchi dono, sono meno seguite dalle famiglie e soffrono sovente l’abbandono amoroso. La pesante stigmatizzazione delle detenute trova esempi eclatanti nelle percentuali di infrazione della disciplina carceraria, che sono bassissime al femminile tranne una: la pulizia e l’ordine della cella. Una casalinghità “…che non basta mai, mentre ai maschi non è richiesta.” Il sospetto e la diffidenza che sempre accompagnano chi esca dal carcere, è più pesante al femminile, investe specialmente le madri sole con figli e figlie a carico alle quali ai difficili equilibri da ritrovare nei ruoli affettivi e familiari s’aggiunge la consueta penalizzazione nella ricerca del lavoro.
Il legislatore, per evitare drammatiche separazioni, ha dato alle madri con prole entro i tre anni compiuti d’età di tenersi figli e figlie in cella, ma mancano anche in questo caso i dovuti supporti e ANTIGONE propone una valutazione caso per caso, dato anche il numero ristretto, d’allocazione esterna. Nonostante i miglioramenti (Legge Finocchiaro 2001 e seguenti), rimangono grandi vuoti da colmare e Marietti ricorda che a diminuire drasticamente il numero dell’infanzia “carcerata” fu il Covid che costrinse a trovare soluzioni esterne ma ricorrendo a leggi vigenti.
ANTIGONE (onlus), attiva dagli anni ’80, nasce da una rivista critica sulla “cultura dell’emergenza come forma di governo, anche in ambio penale” e denunciante il “nascente populismo penale”; Associazione di riferimento per il “Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti” (CPT), è membro dell’European liberties platform-ELP. ANTIGONE propone un “Ombudsman nazionale per tutelare i diritti delle persone private della libertà”; avanza proposte legislative e/o emendamenti per migliorare il sistema penale italiano; si costituisce parte civile nei processi per la morte di detenuti; ricorre contro l’estradizione in Paesi che prevedano la pena di morte e quelli alla CEDU contro il sovraffollamento delle carceri, promuove campagne di sensibilizzazione l’ultima delle quali, mondiale, è “contro l’alienante isolamento cui si ricorre con sempre maggiore facilità.”
ANTIGONE, insieme a “Next New Media”, realizza in 25 istituti di pena il (primo) WEBDOC d’inchiesta (contenuti gratuitamente scaricabili dal sito: www.insidecarceri.it.) Info: Tel. 06.4511304; fax 06.62275849; Difensore Civico (stesso numero Venerdì h. 11-13,30); Ufficio Stampa: oleandri@antigone.it;