La Casa internazionale delle donne di Roma dà avvio ad una newsletter che possa valorizzare le iniziative che ad essa fanno riferimento. Dal n.0, curato da Valeria Meta, riprendiamo questa nota su “il progetto Ponte”.

Sembra nascere sotto la rassicurante protezione di Artemide, cui era consacrata l’area dei boschi di Ariccia, il progetto volto a favorire per le donne vittime di violenza domestica il primo passo verso un ritorno alla normalità. Si chiama non a caso ‘Il Ponte’ ed è frutto della {{collaborazione della Casa Internazionale delle Donne con l’associazione ‘Sostegno Donna’ della provincia di Roma}}.

L’idea che anima l’iniziativa è appunto la creazione di un ponte, un punto di raccordo che traghetti le donne che si sono rivolte a un centro anti-violenza sulle sponde di una vita normale. Come? {{Rispondendo ai bisogni più urgenti di chi proviene da un percorso difficile:}} una casa, un lavoro, un posto in cui stare con i figli.

Terminato il primo periodo di emergenza, infatti, le donne che si sono allontanate dalla propria casa e talvolta anche dal proprio lavoro vengono a trovarsi nella condizione di chi deve ricominciare daccapo. Ecco, {{quello che il progetto intende fare è offrire a queste donne una piattaforma dalla quale ripartire}}. Di qui l’idea di una casa di semi-autonomia, dove non c’è più l’assistenza permanente del centro anti-violenza o della casa-famiglia, ma dove quattro donne possono vivere insieme e per un periodo che va da sei mesi a un anno.

Il {{Consorzio della Casa delle Donne}} ha infatti preso in affitto un appartamento, anche grazie ai fondi elargiti dal {{Comune di Ariccia}} e da {{Solidea}}, nel quale andranno a stare {{donne inviate dai centri anti-violenza}}.

«Con questo progetto abbiamo creduto di rispondere all’esigenza di risolvere il delicato problema del periodo che segue l’assistenza continua del centro – spiega {{Costanza Fanelli, presidente del Consorzio}} – la nostra idea è di aiutare le donne a riacquistare la loro autonomia, tanto dal punto di vista psicologico quanto da quello pratico. Il finanziamento copre infatti le spese di gestione della casa e il supporto degli psicologi, ma aiuta anche le donne nel reinserimento sul mondo del lavoro. Non si tratta insomma di assistenzialismo, bensì di assistenza.»

L’appartamento di Ariccia potrà ospitare da quattro a cinque donne e i loro eventuali bambini. Il progetto rappresenta un tentativo di sperimentazione che ha pochi eguali sul territorio nazionale ed è realizzato attraverso la costruzione di un efficiente coordinamento con i rappresentanti dei centri anti-violenza, primo fra tutti quello attivo a Valmontone da quattro anni che è in diretto collegamento con il centro d’ascolto presente all’interno della Casa delle Donne. Affinché, di ponte in ponte, le vittime di violenza possano finalmente toccare la terraferma.

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