Assoluto degrado
Chissà se qualcuno parlerà di lei, lassù, al Campidoglio, gli Amanti dell’Africa…Leggo oggi che Kebe Peinda Gotha, 41 anni, è morta prima che l’anno finisse, nel reparto grandi ustionati dell’ospedale Sant’Eugenio. Il 7 dicembre scorso si era data fuoco per protesta a Roma davanti al Campidoglio mentre il presidente del suo Paese, il senegalese Abdoulaye Wade stava visitando la sede del Comune.Mi viene in mente la signora {{Segolene}}, nata a Dakar, quella che viene chiamata zapatera francese, ripenso a {{Grillo}} che proponeva: ” uno scambio tre per uno ai francesi: Bindi, Turco e Santanchè per Ségolène Royal”. Sembrano battute volgarotte, lo sono, come ce ne sono di più eleganti, anche nei contenuti, che circolano quì a Roma.
Alla fine dell’anno, il signor Marco Daniele {{Clarke}}, assessore, ha segnalato che a pochi metri dal ministero degli Affari Esteri,si vedono da un po’ di tempo camper di nomadi, protesta e dichiara : “uno spettacolo di assoluto degrado”.
Sembra che la politica maschia e rude, non abbia tempo, in certi casi per donne stranieri omosessuali, ha tempo per fare {{altri conti}} come ad esempio che gli immigrati hanno spedito per le feste a casa 4, 4 miliardi, che la cifra è raddoppiata in 2 anni, che l’Italia è terza nella Ue, che in testa sono i trasferimenti verso Romania e Cina, che questo è quanto emerge ufficialmente attraverso il flusso dichiarato da banche e principali money transfer, che resta il sommerso dei piccoli intermediari e dei soldi ai parenti.
{{Quale atroce depressione ha portato Kebe a togliersi la vita con il fuoco?}} Quale solitudine sconsolata per non credere più alla lotta e alla vita? Non è mai stato del tutto chiaro il motivo del tentato suicidio, ricordo anche che quel giorno vidi per caso le immagini raccapriccianti in televisione, non avevo visto mai in diretta riprese del genere.
{{Kebe Peinda Gotha}} aveva chiesto invano di incontrare il capo dello Stato senegalese recandosi all’albergo romano dove Wade soggiornava. Secondo alcune fonti, ad assistere al tentato suicidio c’erano anche il marito e i suoi tre figli.
Il gesto, secondo una spiegazione fornita da {{Alì Baba Faye}}, senegalese ed esponente della Sinistra democratica nel nostro paese, era diretto contro rappresentanti del partito democratico del paese africano in Italia, di cui peraltro la donna è attivista di rilievo a Brescia.
L’occasione è stata {{la presenza a Roma, proprio in Campidoglio, del presidente senegalese Abdoulaye Wade,}} che peraltro è imparentato con la donna. “Da Brescia era venuta ad incontrare il presidente – ha spiegato Faye – ma alcuni senegalesi devono aver dato indicazioni per non farla entrare. Da lì è nata la sua rabbia”.{{ Nella sala della Protomoteca capitolina era in corso quel giorno un incontro tra il presidente Wade e la comunità senegalese romana e italiana}}.
Fu il brigadiere Aliberti che raccontò : ”Tutto è cominciato quando abbiamo visto questa donna salire la scalinata di Michelangelo. Io e un poliziotto siamo saliti dietro di lei perchè diceva che voleva buttarsi, abbiamo cercato di calmarla, ma si è gettata a terra sulla scalinata. Poi è arrivato suo marito e l’abbiamo riaccompagnata sulla piazza. Dopo essere stata accompagnata in piazza del Campidoglio, la donna è sparita e poi dopo circa un’ora – ha aggiunto il brigadiere – ho visto nuovamente la signora che si avvicinava alla stessa scalinata. Era tutta bagnata, non sapevo però il motivo. Mi sono reso conto che aveva un accendino in mano e {{in una frazione di secondo si è data fuoco}}. Subito mi sono diretto al nostro mezzo, ho preso l’estintore e ho spento le fiamme. Era una torcia umana”. Le sue condizioni apparvero subito gravi, il 70% del corpo risultò ustionato.
Il 20 dicembre i medici avevano sottoposto la donna a un delicato intervento chirurgico per limitare i danni. {{Prima che l’anno finisse è morta}}.
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