AUSCHWITZ – 145 DONNE AL CANCELLO: mussulmane, ebree, cristiane, atee: tutte contro il razzismo e l’antisemitismo.
Il 17 febbraio scorso l’associazione “Linguaggio di donne” ha dedicato la sua iniziativa annuale ad un incontro di donne allo scalo ferroviario di accesso al campo di sterminio di Auschwitz, in Polonia.
L’ associazione è stata fondata nel 2017 da Samia Essabaa, militante franco-marocchina dei diritti umani, raccoglie donne e ragazze in Francia e in altri paesi (soprattutto Marocco e Tunisia), di tutte le confessioni religiose e atee: “Tutte umane contro il razzismo e l’antisemitismo”. Hanno potuto ascoltare il racconto che ha dedicato loro Ginette Kolinka, 94 anni, deportata in questo campo nel 1944 e sopravvissuta.
Linguaggio di donne promuove la tolleranza e la riconciliazione tra le culture con iniziative nelle scuole e visite guidate nei luoghi dell’orrore della Shoah. Raccoglie donne di tutte le età, spesso nei viaggi le nipoti accompagnano le nonne, provengono da ambienti sociali e culturali diversi e spesso, soprattutto le più anziane, non hanno conosciuto nel loro percorso scolastico la storia della Seconda guerra mondiale in Europa e dell’Olocausto. Al ritorno dal viaggio il loro racconto passa nelle famiglie, tra le compagne di scuola, nei posti di lavoro, racconta Samia: si consolidano profondi legami tra donne, assumono un ruolo e una responsabilità autonoma nell’impegno contro l’intolleranza.
La parte più consistente dell’attività riguarda le scuole: “Affrontiamo la storia delle guerre in Europa e in Medio Oriente, studiamo il ruolo delle algerine e marocchine nelle lotte di liberazione, riscopriamo la storia della coabitazione tra ebrei e arabi nel Maghreb”.
“Ci preoccupa l’aumento delle iniziative e degli atteggiamenti antisemiti in Francia nel corso degli ultimi mesi, dovuti secondo noi alla mancanza di educazione al multiculturalismo e al rispetto dell’altro con il conseguente ripiegamento comunitario su se stessi a partire dall’ambito familiare, la mancanza di ‘mescolanza sociale e culturale’. È necessario ribadire i valori della nostra Repubblica.”
da Mediterranea a cura carlapecis@tiscali.it