BAMBINE E BAMBINI IN CARCERE – IL TELEFONO AZZURRO E IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA HANNO RINNOVATO IL PROTOCOLLO D’INTESA
Un progetto nato dall’impegno delle e dei volontari dell’associazione per le figlie e i figli di genitori detenuti. Oltre 10.000 le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi seguit* nel 2015 in 18 carceri di tutta Italia
Tutelare i diritti di bambin*, figl* di genitori detenuti, che devono affrontare una realtà difficile come quella carceraria e garantire loro una crescita sana ed equilibrata. Sono questi gli obiettivi del progetto “Bambin* e Carcere”, nato nel 1993 dall’impegno delle e dei volontari di Telefono Azzurro e reso possibile grazie alla collaborazione con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia. Un accordo che è stato rinnovato, con la firma del Protocollo di Intesa che regola le attività dell’associazione nelle strutture carcerarie di tutta Italia.
Sono stati oltre 10.000 i bambini, le bambine, le ragazze e i ragazzi seguiti nel 2015 dalle attività del progetto, attraverso la costante presenza di 224 volontar* adeguatamente format* e preparat*, in 18 carceri in tutta Italia.
Il progetto si muove in due direzioni: la fase del “Nido” che consente ai bambini e alle bambine di trascorrere i primi anni (0-6) con la mamma in carcere in una situazione affettiva, logistica ed organizzativa a misura di bambin*, e la “Ludoteca” per attenuare l’impatto con la dura realtà carceraria al momento del colloquio con il genitore detenuto.
Tutte le attività dei volontari e delle volontarie sono finalizzate a creare un clima sereno e accogliente per il e la minore: per i e le più piccol*, l’obiettivo è di facilitare il rapporto con la mamma e rendere meno traumatica la convivenza in una struttura penitenziaria. Con le attività nella Ludoteca, invece, si cerca di allentare la tensione precedente all’incontro della bambina o del bambino con il genitore detenuto. I e le volontarie, in questo contesto, avviano attività che permettono a genitori e figl* di essere i veri protagonist*: giochi, laboratori, animazione e assistenza, con l’unico obiettivo di tutelare la crescita psico-affettiva del o della minore e garantire un ambiente sereno per la coltivazione del rapporto con i genitori.
Parallelamente a queste attività, le e i volontari si impegnano anche a costruire momenti di confronto con i genitori detenut* volti a far comprendere loro le finalità del progetto, ovvero il recupero degli affetti familiari, attraverso “gruppi di parola”, momenti di condivisione di esperienze e emozioni, laboratori di scrittura e colloqui individuali.
“Il progetto Bambin* e Carcere ha l’obiettivo di favorire il rapporto dei minori con i genitori detenuti, anche in un contesto come la realtà carceraria spesso difficile da comprendere, soprattutto per un bambino o una bambina”, ha commentato Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro e Docente di Neuropsichiatria Infantile, “Il Protocollo rafforza l’impegno del Ministero della Giustizia a fianco dei/delle bambin* e delle famiglie dei detenuti. Telefono Azzurro si impegna quotidianamente al fianco di minori e genitori in carcere, da oltre 20 anni, in istituti penitenziari di tutta Italia, intervenendo in prima persona – durante e dopo il carcere – per contribuire a ricostruire un tessuto sociale e familiare lacerato. Un progetto che intende mettere in pratica il principio sancito dall’articolo 9 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia secondo cui <<il bambino i cui genitori, o uno dei due, si trovano in stato di detenzione, deve poter mantenere con loro dei contatti appropriati>>”.
“Il nostro impegno è rivolto a far sì che agli ICAM attivi a Milano, Torino, Venezia e Senorbì-Cagliari, che ospitano 26 bambin* sui complessivi 43 che vivono con le mamme detenute, se ne possano aggiungere altr*, tra i quali quello di Roma – ha sottolineato Santi Consolo, Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria –. Per migliorare il rapporto tra genitor* detenut* e figl* il DAP è fortemente impegnato nella realizzazione delle aree verdi in tutti gli istituti. Bisogna tutelate il diritto alla genitorialità e le condizioni in cui questi incontri si svolgono. Bella la sensibilità e l’attenzione di tutti gli operatori e le operatrici che migliora grazie alla collaborazione più che ventennale di Telefono Azzurro; risorsa preziosa che sono lieto di confermare con la sigla del nuovo protocollo d’intesa”.
Il Telefono Azzurro è una onlus nata nel 1987 con lo scopo di difendere i diritti dell’infanzia. L’associazione è stata fondata a Bologna dal Prof. Ernesto Caffo, docente di neuropsichiatria infantile all’Università di Modena e Reggio Emilia.
Telefono Azzurro promuove un rispetto totale dei diritti dei bambini e degli adolescenti. Con le sue attività ogni giorno promuove le loro potenzialità di crescita e li tutela da abusi e violenze che possono pregiudicarne il benessere e il percorso di crescita. Ascolta ogni giorno bambini e adolescenti e offre risposte concrete alle loro richieste di aiuto, anche attraverso la collaborazione con istituzioni, associazioni e altre realtà territoriali.
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