BARI. VII edizione di “A Maglie Larghe” la rassegna del collettivo artistico Factor Hill
La rassegna di performing arts “A Maglie Larghe”, ideata e organizzata dal collettivo Factor Hill sotto la direzione artistica di Alessandra Gaeta, danzatrice, autrice e performer, è giunta alla sua settima edizione facendosi portavoce, come ogni anno, di concetti quali inclusione e accessibilità.
Domenica 1 ottobre si è svolta a Bari la prima giornata di incontri aperta dalla conferenza stampa tenutasi presso la Case delle Donne del Mediterraneo.
A Maglie Larghe VII” proseguirà, poi il 30 e 31 ottobre alla Fondazione Vittorio Bari di Palo del Colle che rinnova, dopo lo scorso anno la sua partnership con la rassegna. La prima delle due giornate vedrà in scena, alle 20,30, lo spettacolo “FREAK OUT!!!!!”, un progetto/performance volto a favorire l’accessibilità alle attività dello spettacolo dal vivo da parte di artisti con disabilità. Il progetto è promosso dal Collettivo Laagam (Lombardia), insieme a Centro ArteMente (Lombardia), I Cinque Sensi (Abruzzo), Cornelia (Campania), Italia & Co (Calabria), Factor Hill (Puglia), Danzeventi (Sardegna), con il sostegno del Ministero della Cultura. Alla performance seguirà un dibattito di confronto con la compagnia, il Collettivo Factor Hill e il pubblico.
Il 31 ottobre, invece i membri di Laagam condurranno un laboratorio dal titolo “PROXIMUS” aperto a chiunque e incentrato sull’accessibilità delle pratiche performative, presso il teatro palese dalle 15,30.
La settima edizione di “A Maglie Larghe” si concluderà, poi, al Laboratorio Urbano Rigenera di Palo del Colle il 18 e 19 novembre con una due giorni condotta da Vito Alfarano della Compagnia AlphaZTL. Sarà lui a tenere, il 18, il workshop rivolto a donne e identità fluide over 40, dalle 11 alle 18, intitolato “MILFSHAKE: MY IDENTITY IS LABEL FREE”
Factor Hill porta l’arte nella periferia barese, nei luoghi in cui non sempre l’accesso alla cultura è semplice e scontato. Il tema dell’edizione 2023 è “Il corpo potenziale” per dare voce e spazio ai corpi e alle identità che vivono ai margini, talvolta non per scelta.