Ben venute nella terra dei fuori legge
Chi fa politica da anni, guardandosi attorno, sa vedere -senza illusioni- ciò che la circonda. Le 90 parlamentari, Roberta Agostini in testa, prevedevano il risultato tanto che avevano chiesto il voto palese. Molti avrebbero sicuramente votato contro, anche con questa trasparenza. Avevano mostrato il loro accanimento nelle dichiarazioni rilasciate qualche ora prima. Parole dette per coprire anche chi tremava all’idea di dover cedere il proprio posto.
Non vogliamo essere dei panda… non è la quantità ma la qualità… sono le donne a non voler fare politica a non voler queste forme di potere… non sono le regole a garantire spazi, ma la capacità di imporsi… le donne capaci e forti ci sono riuscite… Vogliamo distruggere tutto quello che qui abbiamo trovato… getteremo le bambine con l’acqua sporca… in casa nostra, le difenderemo… noi garantiremo loro la parità…
Questo il vademecum di chi, prendendo frasi a vanvera dall’articolato dibattito femminista, vuole difendere spazi che gli sono stati garantiti – nei secoli – dalla cultura dei padri-padroni …. Che onestà intellettuale! Che cambiamento!
Ci sono voluti decenni per avere in Italia il suffragio universale, decenni per una legge contro lo sfruttamento della prostituzione, decenni per abbattere il delitto d’onore, decenni per garantire l’autodeterminazione della donna nella scelta della maternità, decenni per avere una legge contro la violenza alle donne… Quanti decenni ancora per avere garantito il diritto costituzionale alla giusta rappresentanza nelle sedi istituzionali?
Nell’era della velocità e dei primati, per le donne vale sempre l’antica regola dei tempi dilatati. Meglio lasciarle in dietro! Qualche passo di distanza dal capo-branco dà maggiori garanzie. Ma a chi?
Forse un modo abile che molti uomini hanno per coprirsi le spalle. Non vale più l’adagio che li vede apripista, scudi di difesa.
Nel privato come nel pubblico molti sperano che le donne, nell’ombra delle retrovie, continuino a rammendare le continue smagliature di un loro agire spesso avventato, unilaterale, di parte, auto-referenziale. Insomma di un agire unidirezionale e miope.
Bisogna volare alto per vedere orizzonti più vasti, per vedere un mondo di donne e di uomini capaci di interagire democraticamente.
Dove tutte e tutti siano titolari di uguali diritti. Unico modo per esprime al massimo le diverse potenzialità.
Invece oggi abbiamo constatato di aver a che fare con parlamentari pesanti come il piombo che premono su una quotidianità, interna ed esterna alle istituzioni, sempre più grigia soprattutto per le donne.
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