Berlusconi e la liberazione
Berlusconi per la prima volta ha celebrato la festa della Liberazione.
Lo ha fatto in Abruzzo. Ormai tutto si fa lì. Impatto emotivo assicurato, maggiore tranquillità per rispetto dovuto ai morti. Nessun Bellaciao. E meno che mai nessuna Internazionale.E poi, vuoi mettere il risparmio! {{Neppure si devono spostare le telecamere}}, che dopo aver sfiancato tutti con le idiote domande: come sta? Cosa ha provato mentre tutto crollava? Dopo aver mostrato salvataggi di gatti – cani – galline, più spaventati dai riflettori che dalle frane, rischiavano davvero di dover sbaraccare. Ecco allora, che{{ in attesa della tribù del G8,}} ci si ricorda che le brigate partigiane -con buonapace di La Russa – erano sparse un po’ in tutt’Italia. C’è anche nel paese più disastrato dal terremoto: Onna.
E il Presidente imprenditore, operaio, cantante, ecc. finalmente nel 64° anniversario della Liberazione, proprio ad Onna, è {{il presidente – partigiano}}. Per giunta figlio di antifascista. Tutti si congratulano, si complimentano. Come di fronte ad un bambino discolo che si è messo in riga e che finalmente accetta le regole. In questo caso le radici repubblicane. Come se già questo non dovesse essere scontato proprio per ogni parlamentare, ogni ministro, ogni rappresentante dello Stato democratico. Visto che se non ci fosse stata la Resistenza e la Liberazione dal nazifascismo, non ci sarebbe stata Repubblica, Democrazia, Costituzione. {{Quella Costituzione laica e antifascista su cui ogni ministro giura. Premier compreso}}.
Comunque, che anche il Presidente del consiglio in carica, Silvio Berlusconi, abbia finalmente celebrato la Liberazione, è {{fatto importante.}} Significa che{{ i valori laici di libertà e giustizia per cui sono morti tanti partigiani, oggi sono patrimonio condiviso.}} E se pur rimane sulla linea di Salò qualche mummificato fascista, sa bene anche lui che tutti lo hanno mollato, o stanno per farlo. E quindi si sbrighi a farsi traghettare alla democrazia. {{Una traversata che viene da lontano e che si chiama Gianfranco Fini.}} Iniziata forse per opportunità politica, ma che oggi ci fa dire che abbiamo finalmente una democrazia compiuta.
Il Presidente della Camera, oggi si presenta nel Partito della Libertà come punto di riferimento per poter {{riscuotere consensi anche in quell’area laico-libertaria lasciata orfana}}. E in politica occupare gli spazi vuoti della politica è necessità e virtù. Berlusconi lo sa bene. Ma soprattutto per uno come lui che vuole restare sempre {{Il Primo, non può certo essere secondo a Fini.}} Ecco allora che in questa sua partecipazione alle celebrazioni del 64° della Liberazione, molto più di Napolitano e di Franceschini…, forse poté Gianfranco Fini.
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