Bio-carburanti, più rischi o più benefici per l’ambiente?
Come è noto, la nuova strategia europea in materia di energia preconizza che entro il 2020 almeno il 10% dei carburanti utilizzati nel trasporto in Europa siano bio-carburanti. Ma in un documento del 10 aprile scorso, il Comitato scientifico dell’Agenzia europea per l’ambiente (AEA) solleva dubbi sull’opportunità dell’obiettivo europeo del 10% di bio-carburanti per auto-trazione e preconizza uno studio scientifico più approfondito sui reali rischi/benefici che il suo raggiungimento comporterebbe a livello mondiale.Il comitato è composto da 20 scienziati indipendenti provenienti da 15 diversi stati europei, esperti su diverse tematiche rilevanti per l’attività dell’agenzia.
Riprendiamo dal sito dell’AEA una serie di punti di riflessione sollevati nel documento del Comitato scientifico.
Le emissioni di gas ad effetto serra nel settore dei trasporti sono in costante aumento, causato dall’aumento continuo dei volumi trasportati. Oltre il 90% delle emissioni del settore dei trasporti sono dovute al trasporto su strada. Le politiche attuate finora per contrastare tale aumento di emissioni si sono rivelate finora inefficaci.
Per questo motivo, sono state introdotte quote obbligatorie di bio-carburanti, nella speranza di riuscire a curvare, nel medio termine, l’incremento delle emissioni del settore trasporti, stabilizzandolo su un livello accettabile.
Nel 2003, la Direttiva europea Bio-carburanti ha obbligato gli stati membri a usare bio-carburanti nella produzione di gasolio e benzina in misura del 2% entro il 2005 e 5,75% entro il 2010. L’obiettivo del 2005 non è stato raggiunto, ed è in dubbio anche il raggiungimento dell’obiettivo fissato per il 2010. Ciò non ostante, l’anno scorso è stato fissato per il 2020 un obiettivo ancora più ambizioso, quello del 10%, a condizione che ovviamente la produzione di bio-carburanti si dimostri economicamente sostenibile e siano poste in commercio tecnologie di seconda generazione.
Anche se i primi obiettivi non sono stati raggiunti, la produzione di bio-carburanti in Europa e nel mondo ha subito un forte incremento, e tale incremento preoccupa molti scienziati, in quanto aumenterebbe la pressione sull’ambiente sia in Europa che nei paesi terzi.
In sintesi:
• La produzione di bio-carburanti con le tecnologie esistenti (prima generazione) non è abbastanza efficiente. L’utilizzo di bio-carburanti per la produzione di elettricità e calore è al momento preferibile perchè economicamente più vantaggioso e più efficiente dal punto di vista ambientale rispetto all’utilizzo di bio-carburanti per la trazione.
• L’utilizzo delle biomasse comporta la combustione di risorse finite molto importanti dell’ambiente che ci circonda. Queste risorse andrebbero preservate il più possibile. L’utilizzo delle biomasse deve avvenire solo in presenza di miglioramenti sostanziali dell’efficienza energetica, cosa che non avviene, per ora, per la maggioranza delle applicazioni nel campo dei trasporti e delle abitazioni.
• L’AEA ha effettuato stime delle superfici coltivabili disponibili che possono essere utilizzate per la produzione di bio-carburanti senza danneggiare l’ambiente in Europa (EEA Report No 7/2006). E’ opinione del comitato scientifico che per raggiungere il nuovo obiettivo del 10% occorrerebbe una superficie molto maggiore di quella disponibile senza danni, anche in presenza di significativi miglioramenti tecnologici. Intensificare la produzione di bio-carburanti significherebbe quindi sottoporre a una pressione ancora maggiore suolo, acqua, biodiversità.
• Per raggiungere l’obiettivo del 10% l’Europa dovrebbe importare grosse quantità di bio-carburanti. La produzione di bio-carburanti è già fonte di distruzione della foresta pluviale in molte regioni in via di sviluppo. L’Europa non è in grado di garantire e controllare che la produzione di bio-carburanti in tali paesi avvenga in maniera sostenibile.
L’ambiziosissimo obiettivo del 10% appare dunque un esperimento i cui effetti indesiderati sono difficilmente prevedibili e prevenibili.
Il comitato scientifico raccomanda dunque la sospensione di tale obiettivo, in attesa di uno studio scientifico più approfondito sui rischi e benefici ambientali dei bio-carburanti. Raccomanda inoltre di fissare un obiettivo a lungo termine più modesto nel caso in cui non si sia in grado di garantire la sua sostenibilità.
Sono disponibili a rispondere ai giornalisti sul tema due membri del comitato scientifico:
Prof. László Somlyódy (Chairman) e Prof. Manfred Kleemann.
Le domande vanno indirizzate a:
Òscar Romero, Press officer
Email: oscar.romero@eea.europa.eu
Tel.: +45 33 36 72 07, gsm: +45 23683671
o
Marion Hannerup, Head of Communications and Corporate Affairs
Email: Marion.Hannerup@eea.europa.eu
Tel.: +45 33 36 71 60, gsm.: +45 51332243
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