Body shaming e stereotipi di genere nell’informazione sullo sport: il caso dei mondiali di tuffi
Mentre si registra in questi giorni la cancellazione da parte della Rai del previsto programma di Filippo Facci – a seguito dell’ondata di indignazione suscitata da un suo articolo (ne abbiamo parlato QUI) – un altro caso in queste ore sta mettendo al centro dell’attenzione l’uso di un linguaggio offensivo e maschilista da parte di chi ha la responsabilità di comunicare.
Dopo diverse segnalazioni da parte di chi assisteva al programma su Rai Play2, la tempestiva denuncia delle giornaliste – GiULiA (Gionaliste Unite Libere Autonome) e delle Commissioni Pari Opportunità della Federazione della Stampa, Usigrai e Ordine dei Giornalisti – ha attivato un’azione disciplinare da parte della Rai a carico del cronista e del commentatore tecnico responsabili di aver usato “linguaggio volgare, espressioni fortemente sessiste e anche razziste nella telecronaca della finale di trampolino femminile sincronizzato ai Mondiali di tuffi, trasmessa su Rai Play2”.
“Le espressioni utilizzate dal telecronista Lorenzo Leonarduzzi e dal commentatore tecnico Massimiliano Mazzucchi – continua il comunicato congiunto di GiULiA e delle CpO – intrise di body shaming e stereotipi contro le tuffatrici olandesi e un’atleta azzurra … costituiscono violazioni al Manifesto di Venezia e all’articolo 5 bis del testo unico deontologico e della Policy di genere della Rai e sono figlie di una cultura maschilista e denigratoria nei confronti dello sport femminile e delle donne.” Anche in questo caso, come già avvenuto per Facci, sarà presentato un esposto al Consiglio di Disciplina dell’Ordine dei Giornalisti.